…omicidi rituali

Il 4 aprile, il parlamento di uno dei paesi dell’Unione Europea, l’Ungheria, ha assistito ufficialmente alla riesumazione dell’accusa di omicidio rituale. E’ toccato a un deputato dell’estrema destra ricordare in un lungo intervento in aula una famosa accusa di omicidio rituale, quella che nel 1882 a Tiszaeszlar, che ha portato quindici ebrei in tribunale per l’omicidio di una giovane contadina. I quindici, difesi da un avvocato cristiano, furono assolti. Grazie alle pressioni internazionali, ha sostenuto il deputato, riproponendo l’accusa come veritiera. Sarebbe più o meno come se nel nostro parlamento un deputato si alzasse a commemorare Simonino da Trento, ucciso dagli ebrei nel 1475, o come se in quello francese si sostenesse la colpevolezza di Dreyfus e l’innocenza del capitano Henri. Per di più, nel bel mezzo della Settimana Santa, l’epoca in cui gli ebrei erano solitamente accusati di omicidio rituale. Lo riporta Le Monde di sabato 7 aprile, il giorno di Pesach, anche se a quanto mi risulta nessun giornale italiano ha finora dato attenzione all’episodio.

Anna Foa, storica