percorso…

La conta dell’Omer, da Pesakh a Shavuòt, è la metafora di una progressiva ascesa verso la definizione di un’identità. Eppure nel conteggio indichiamo i giorni passati anziché quelli che mancano all’ atteso appuntamento. Come se in una scalata di montagna piuttosto che mirare il rifugio da raggiungere e chiederci con ansia quanta strada manchi al traguardo preferissimo voltarci indietro e contemplare la salita percorsa. Una modalità di conteggio che ci insegna come la vita non sia una gara. Anziché diventare ostaggi di méte – che forse non riusciremo neppure a raggiungere – si può acquisire maggior forza nel voltarci indietro e rinfrancarci per la strada percorsa e per i risultati raggiunti con fatica e sacrificio.

Roberto Della Rocca, rabbino