…necessità

Il vecchio dittatore argentino Videla, da due anni all’ergastolo, ha concesso un’intervista che uscirà sotto forma di libro dal titolo significativo, Disposición Final, in cui riconosce per la prima volta di aver fatto assassinare sette o ottomila oppositori : “Era il prezzo da pagare per vincere la guerra contro la sovversione e era necessario non renderlo troppo esplicito per evitare che la società ne prendesse coscienza. Bisognava eliminare un bel mucchio di persone che non si poteva portare davanti alla giustizia e neanche fucilare”, ha affermato. In realtà, erano non ottomila ma trentamila, e molti di loro (il 10% circa) erano ebrei, dal momento che Videla, sia detto per inciso, era anche apertamente filonazista e antisemita. Questa tranquilla affermazione della “necessità” della repressione non ci fa soltanto venire un brivido dietro la schiena ma ci pone domande che continuano ad esigere risposta. Esiste davvero la necessità? Ed esistono siffatte necessità? E possiamo parlare di prezzi da pagare quando ad essere in gioco sono le libertà o le vite?

Anna Foa, storica