Contando l’Omer – Fra moglie e marito
Lunedi 23 Aprile, 16° giorno dell’Omer, due settimane e due giorni
Per risolvere crisi coniugali dovute all’eccessiva gelosia di un marito e (forse) alla leggerezza della moglie, la Torà (in Bemid. 5) prevede un rito di verifica della donna, definita sotà, con la prova delle acque amare. Il rito doveva svolgersi nel Santuario; oggi per mutate situazioni e mentalità sarebbe inapplicabile, ma già era stato sospeso a un certo punto della storia del Santuario (TB Sotà 47a). I dettagli del rito nella prescrizione biblica sono interessanti per tutte le allusioni e i collegamenti che propongono. Uno di questi riguarda l’offerta farinacea che dava inizio al rito: un decimo di efà di farina di orzo (Bemid. 5:15). Solo in un’altra occasione si offriva orzo, e proprio nella misura un decimo di efà: all’indomani del primo giorno di Pesach, era la primizia con cui si iniziava la conta dell’Omer. Che rapporto c’è, se c’è, tra le due situazioni? Qualcuno spiega che tutto dipende dall’orzo: essendo il primo a maturare, è la primizia da portare a Pesach; essendo cibo animale, e come tale simbolo dell’istintualità incontrollabile, si presta bene a rappresentare una situazione in cui c’è il dominio degli istinti. Ma sono possibili altre letture: se il popolo d’Israele deve presentare come primizia la stessa offerta di una moglie sospettata di tradimento, il segnale è che questa offerta è una verifica di fedeltà, il cui scopo finale è quello di punire il colpevole o al contrario premiare chi è stato ingiustamente accusato ristabilendo pace e armonia con il “Coniuge” .
rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma – twitter @raviologist