Tea for Two – Tel Aviv, ragazza in lotta con se stessa
Il segreto per diventare una metropoli di successo? Traffico a qualsiasi ora del giorno e della notte, un post imbottigliamento che prevede errabondi in cerca di parcheggi, fauna urbana altamente diversificata: hipster, vecchine con la crocchia che ricordano i bei tempi in cui si era ancora provinciali e una grande quantità di giacche e cravatte di fattura variabile in movimento. Una città diventa una grande città quando grandi architetti vengono assoldati per ergere titanici palazzi con tutti i comfort, quando qualcuno decide di aprire un negozio di cupcakes e quando in un centro commerciale c’è il gravoso rischio di incappare in qualche modella bionda al seguito di un uomo con occhiali da sole di Tom Ford. O perfino accompagnate da Tom Ford stesso. Tel Aviv è decisamente, ripetutamente, freneticamente additata come la IT-city del momento. C’è la borsa dell’anno (vedi la Miss Sicily del duo Dolce & Gabbana lo scorso 2011), c’è la it-girl del momento (ognuno propugna la sua favorita) ed infine c’è la città maggiormente in fermento. Lady Totti è andata in vacanza con le amiche quando si mormorava l’ennesima crisi con il capitano, Lady Madonna ci apre il tour. Tel Aviv è la cheerleader della scuola, il giocatore di football con più muscoli e allo stesso tempo la cervellona con gli occhiali dalla montatura spessa. Qualche tempo fa la paragonavo arditamente a New York senza accorgermi che oramai anche lei è solita fare questo confronto. E allora, nel momento in cui una città raggiunge il giusto numero di strass e pailettes diventando il luogo nel quale andare a caccia di novità, con università che sfornano ricercatori croccanti al punto giusto e che è perfino più gay friendly di San Francisco, arriva il tempo di stilare la lista del meglio del meglio. I posti più di tendenza della nuova city that never sleeps. A pensarci non sono certo io, ma coloro i quali popolano Tel Aviv di giorno e sopratutto di notte. Ed a dedicare spazio a questo piccolo manuale di istruzioni per l’uso, ci pensa la rivista Time Out Israel di marzo. Si trovano infatti gustosissime pagine sotto l’invitante titolo ” Tel Aviv A-list 2012″ che propongono vincitori per le categorie più disparate. Il miglior gusto di gelato? Il cookieman di Anita con latte, meringa e nutella. L’app ideale per gli i-phone o altri cellulari cervelloni? Get Taxi, che permette non solo di rintracciare il taxi più vicino, ma anche di selezionare l’autista. Dispone infatti di foto dei guidatori, in più il servizio è gratuito. Ma gli oscar per il best della città non finiscono qui. Il posto migliore per un incontro tra amiche fingendo di essere le protagoniste di Sex and the City? Ahat AhAm. E dove potersi mettere in ghingheri prima di un appuntamento? Manicure e pedicure migliori li offre Shooshka beauty boutique che, a differenza degli ultimi centri estetici sorti nella città, evita di mettere in vetrina donne con i piedi immersi in una bacinella fucsia. Shopaholic di professione troveranno pane per i loro denti nel secondo piano dell’outlet Enigma e dopo la pedicure da Shooshka potranno comprare calzature da favola nella Boutique HaMartef (2 King George st.). Ma Tel Aviv non è solo la città per emuli medio-orientali di Carrie Bradshaw. La migliore jam session (suuu le mani!) ? The diningroom. Segni particolari? Devi scovare da solo il giorno e l’orario e dire chi ti ha invitato. Chi l’avrebbe detto che gli israeliani sarebbero diventati così snob. E a proposito della Tel Aviv per chi frequenta i quartieri alti, la galleria d’arte dove trovare gente very cool e sopratutto farsi vedere è la Litvak gallery (Berkovich, 4), mentre il boutique hotel consigliato è il Brown Urban nella ex sonnolenta Kalisher st. Ma i segreti della città non finiscono certo qui. Umberto Saba scriveva della sua Trieste: “Trieste ha una scontrosa grazia. Se piace, è come un ragazzaccio aspro e vorace, con gli occhi azzurri e mani troppo grandi per regalare un fiore; come un amore con gelosia”. Tel Aviv è una ragazza in lotta con se stessa, alle volte si piace, alle volte no. Dei giorni si veste di bianco, altre volte è multicolor. La mettono sempre a paragone: lei è la sorella trasgressiva della casta Yerushalaim. La donna perduta ed anche un po’ sperduta. Ma lei non si lascia ingabbiare dentro le sbarre metalliche degli stereotipi. Si sveglia e ha voglia di correre lungo il mare, alle volte sembra voglia abbracciarti ma dopo si richiude bruscamente per paura di ferirsi. Una mattina vuole ossigenarsi i capelli e alla sera vorrebbe solo fuggire da se stessa. Alle volte salva qualche anima, ma la maggior parte dei giorni avrebbe bisogno di essere salvata. Ricordo un giorno nel quale avevo deciso di leggere i classici latini e greci. Un periodo che è durato due tragedie o poco più. Ero su una panchina davanti alla Tayeleth con le Eroidi di Ovidio sulle gambe. Il mare indolente avanzava e il vento scompigliava i capelli. I giocatori di racchettoni probabilmente erano a pausa pranzo. Quel giorno, proprio lì, io e Tel Aviv abbiamo fatto pace.
Rachel Silvera, studentessa – twitter@RachelSilvera2