Qui Ferrara – Donne e giovani protagonisti
Sotto una pioggia scrosciante, che però non ha impedito a ferraresi e visitatori di affollare gli ultimi eventi, ha chiuso i battenti la terza edizione della Festa del Libro ebraico. Molto positivo il bilancio raccontato dai numeri: oltre 13mila presenze, 1200 partecipanti alle visite guidate nei luoghi ebraici, compresa quella notturna alla scoperta della Ferrara bassaniana durante la seconda Notte bianca ebraica d’Italia, più di mille ingressi nei primi tre giorni di apertura della mostra “Che bel romanzo”.
Tra bancarelle di libri e tavolini per gustare specialità culinarie si sono svolti gli ultimi incontri, che hanno visto come protagonisti le donne e i giovani. In un ideale ricongiungimento col Moked 5772 “Protagoniste o comparse? Il ruolo della donna nel mondo ebraico di oggi” organizzato dal Dipartimento educazione e cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, il pomeriggio si è aperto con una tavola rotonda su “Le donne e la scrittura”. Alla discussione condotta dal direttore del Dec rav Roberto Della Rocca sono intervenute Marina Beer e Donatella Ester Di Cesare dell’Università La Sapienza di Roma e la scrittrice e studiosa di mistica ebraica Yarona Pinhas. “La scrittura ha tentato di dare una soluzione alla ferita insanabile che la distruzione del Tempo di Gerusalemme ha causato al popolo ebraico – ha spiegato rav Della Rocca nella sua introduzione, sottolineando il grande ruolo che la donna ricopre nella trasmissione della cultura e della tradizione ebraica.
A prendere poi la parola sono state le relatrici che hanno affrontato il tema partendo da diverse prospettive. Pinhas ha spiegato la capacità della donna di cambiare il corso della storia e degli eventi partendo dalla figura di Eva, che fu creata da un osso (ezem), parola che in ebraico ha la stessa radice di ozmah, potere, e di azmaut, indipendenza. La professoressa Di Cesare è stata protagonista di un excursus sulla vita e sul pensiero delle principali filosofe ebree dell’ultimo secolo: Edith Stein, Simone Weil, Hannah Arendt, Jeanne Hersch. A concludere l’incontro, l’intervento di Marina Beer sulle scrittrici ebree italiane Amelia Rosselli, Natalie Ginzburg, Elsa Morante.
Dopo la presentazione del libro “13 milioni. Prognosi riservata della comunità ebraica” scritto dal giornalista di Shalom, mensile della Comunità ebraica di Roma, Piero Di Nepi con lo pseudonimo di Robert Gennazzano, cui hanno preso parte anche il presidente del Meis Riccardo Calimani e Shulim Vogelmann della casa editrice la Giuntina, i giovani sono stati al centro del dibattito “Cittadini del mondo un po’ preoccupati”. A discutere dei risultati dell’indagine promossa dall’Associazione di cultura ebraica Hans Jonas e coordinata da Saul Meghnagi, presidente dell’Istituto di ricerche economiche e sociali, sono stati il presidente di Hans Jonas Tobia Zevi e lo stesso Meghnagi, assieme al direttore di Shalom Giacomo Kahn e all’assessore alla Cultura del Comune di Ferrara e consigliere della Fondazione del Meis Massimo Maisto. Il modo di vivere e di mantenere le tradizioni ebraiche, la necessità di costruzione di un’identità consapevole, la relazione con lo Stato di Israele, il rapporto con la Memoria della Shoah, alcuni dei punti attorno cui si è articolato l’incontro.
“La cultura ebraica, così vivace e poliedrica, è una sfida per la città, ma in un momento di crisi economica e sociale la cultura si rivela una risorsa importante, così come lo è il Meis che promuove un dibattito unico nel panorama nazionale. Investire nella cultura permette di costruire percorsi di accoglienza” ha sottolineato il Sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani. “Un ringraziamento alla città che ci ha accolto con grande calore e ha dato un contributo essenziale alla riuscita della Festa” il commento finale di Riccardo Calimani.
Rossella Tercatin – twitter @rtercatinmoked