Hollande e noi
Stavo ancora esultando per la vittoria di François Hollande che alcuni ebrei francesi, cari amici, hanno preso a spiegarmi che stavo sbagliando. Che il candidato giusto era Nicolas Sarkozy, non tanto per le sue origini ebraiche quanto per la sua linea di politica internazionale. Lasciamo perdere le mie convinzioni politiche. Proviamo a ragionare «da ebrei»: ebbene, cari amici, io credo che vi stiate sbagliando, e di grosso. Molti di voi avranno guardato il dibattito televisivo tra Hollande e Sarkozy. Beati i francesi che hanno un appuntamento come questo, solenne e utile al tempo stesso! Nel corso della discussione si è parlato a lungo di immigrazione: ma avete sentito quello che ha detto Sarkozy? Avete sentito le sue posizioni sull’Islam, sulle frontiere, sulla scuola? Un impasto di laicismo, xenofobia e demagogia. Più Matteo Salvini, per intendersi, che Jacques Chirac. (E, en passant, perché uno studente musulmano non ha diritto a mangiare carne halal in una scuola francese, o uno studente ebreo carne kasher?). Ora, come ha giustamente rilevato Tzvetan Todorov sul «Corriere» di ieri, questo atteggiamento ha avuto l’esito di sdoganare definitivamente il Front National di Marine Le Pen, rafforzato nelle urne ma soprattutto ammesso nella Francia che conta. Anziché puntare sul consolidamento politico delle istituzioni europee, Sarkozy ha insistito ciecamente sulle frontiere («Ho protetto i francesi». Ma da chi?).
Il recente censimento dell’Istat ci ha fornito un primo quadro dell’immigrazione in Italia. I non italiani sono sostanzialmente pochini (6,3 % della popolazione), distribuiti nei centri medio-piccoli più che nei grandi, sempre più dediti ad attività imprenditoriali. Non che non ci siano problemi, per carità, ma dopo anni di campagne ai limiti del razzismo, condotte con l’unico scopo di lucrare voti (Roberto Maroni lo ha candidamente confessato), scopriamo che il fenomeno non è poi così allarmante e massiccio.
Quando si soffia sulle paure, prima o poi gli ebrei ci vanno di mezzo. È per questa ragione, cari amici parisiens, che l’altro ieri avrei votato con convinzione per François Hollande.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas – twitter @tobiazevi