..suicidi

Non manca giorno che la stampa non riporti notizie di uno o due suicidi: sempre o quasi uomini sui cinquant’anni, padri di famiglia ma con figli già grandi, che non riescono più a far fronte al proprio ruolo di “nutritori” e si sentono mancare la terra sotto ai piedi. Queste terribile epidemia, viene da chiedersi, mieteva vittime da prima, ma senza l’onore della ribalta? Ed è un fenomeno solo italiano, europeo, mondiale? Ma gli uomini (e intendo qui uomini maschi, perche le donne comunque assai meno) hanno da sempre, e spesso, desiderato rinunciare alla vita. E la vittima è tradizionalmente la stessa: un maschio adulto. Ai tempi del comunismo il record europeo lo detenevano gli ungheresi, con un sistema assai bizzarro: si tagliavano la gola. Per gli antichi romani, lo sappiamo bene, il suicidio era un atto di eroismo; per gli ebrei, una colpa gravissima. I suicidi vanno sepolti oltre il muro del cimitero. Rabbi Akiva era fra coloro che imploravano pietà: “Non lodatelo, ma non lo maledite: lasciatelo in pace”, insegnava.

Laura Quercioli Mincer, slavista