Contando l’Omer – Una lettura al femminile

Domenica 13 Maggio, 36° giorno dell’Omer
Cinque settimane e un giorno

Tra i misteri dell’omer c’è una norma che riguarda specificamente le donne (qualcuno dice che dovrebbe estendersi anche agli uomini): non lavorare dopo il tramonto del sole. Fino a che ora non è detto, ma qualcuno spiega che il divieto finisce quando è arrivato il momento di contare il nuovo giorno, da quando è veramente sera (l’astensione quindi dura circa 45 minuti in questo periodo e in questa area). C’è poi chi ritiene che il divieto finisca con il 33° dell’omer, chi invece lo ritiene valido per tutto il periodo. Sui motivi di questo uso, peraltro poco noto e seguito, vi sono solo ipotesi. Si suppone un collegamento con la storia della perdita degli allievi di rabbì Aqiva; sarebbero state le donne a occuparsi pietosamente delle vittime, ogni sera al tramonto. Il segnale del “non lavorare” è ambivalente, è soprattutto un segno festivo, ma è anche l’astensione imposta a chi è in lutto e questa ambivalenza vale proprio nell’omer, periodo di festa con ricordi poco allegri. La regola del non lavorare al tramonto aggiunge una speciale lettura al femminile dell’omer. Qualcosa di simile avviene per il Rosh Chodesh, il capomese, e in quel caso è il tema della luna e dei cicli mensili che richiama la femminilità. Per l’omer forse c’è l’accostamento con il conto femminile dei giorni di purificazione, che richiede attenzione proprio nell’orario tra il tramonto e le stelle, trasformando una norma rituale in un’occasione di riposo, vacanza e festa.

rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma twitter @raviologist