Contando l’Omer – La differenza è l’essenza ebraica

Giovedi 17 Maggio, 40° giorno dell’Omer, 5 settimane e cinque giorni

Un piccolo esempio di libera fantasia ebraica, o almeno chiamiamo così, benevolmente, la necessità di distinguersi a tutti i costi e non trovare mai una strada comune. La regola che stabilisce di contare l’Omer citando il numero dei giorni e delle settimane risale al Talmud e ci si dovrebbe aspettare una formula comune e condivisa, tipo: “oggi sono tot giorni, pari a tot settimane e tot giorni”. Così è effettivamente, ma poi c’è un piccolo grado di libertà, la citazione dell’Omer. Quando va ricordato? All’inizio della frase? Dopo aver contato i giorni e prima delle settimane? Alla fine della frase? La cosa, quasi divertente, è che ogni rito, minhag, ha fatto sua ognuna delle possibili opzioni. Gli italiani la prima (“oggi è nell’Omer il giorno x ecc.”), i sefarditi “orientali” la seconda, i sefardim e gli ashkenazim la terza (ma distinguendosi: “la’omer” dicono i primi e “ba’omer” i secondi). Gli Yemeniti hanno aggiunto un’ulteriore variante alla versione “orientale” facendo il conto in aramaico. Si vede proprio che la differenza (nell’unità?) è un’essenza ebraica.

rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma – twitter @raviologist