In cornice – Il segno di una sinistra antisemita
“Addio anni ’70”, la mostra aperta al Palazzo Reale di Milano fino al 2 settembre, andrebbe assaporata in più volte. Tanti sono gli artisti, molto materiale di accompagnamento utile a conoscere l’ambiente culturale del tempo, fra cui pubblicazioni di ogni genere. L’occhio mi è cascato su uno dei primi numeri della rivista “Ca’ Bala”, titolo che rimanda alla Kabbalà solo in modo molto indiretto, che è considerata come la prima pubblicazione satirica in Italia, gestita da un concentrato di grandi menti legate alla sinistra estrema. In una delle prime pagine trovo un fumetto sul rapporto Israele-profughi palestinesi da rabbrividire: un soldato con il Maghen David si dice esperto di profughi (con un richiamo alla Shoa’ e alla successiva alia’ verso Israele) ma che dei profughi non suoi non gli importa un bel nulla. Siamo di fronte a un tipico esempio di antisemitismo-antisionismo. Ma se questa rivista ci dice tanto a proposito dell’ambiente in cui si è sviluppato il lavoro di grandi nomi come Pistoletto o Boetti, vuol dire che anche il loro lavoro ha qualche matrice antisemita, difficile da cogliere per la natura astratta e concettuale delle loro opere? O forse l’impatto della rivista sul mondo dei vari artisti era scarso o nullo e il curatore della mostra non doveva considerarla? Anche se la seconda ipotesi fosse vera, la prima allude a una problematica che andrebbe approfondita.
Daniele Liberanome, critico d’arte