Lavorare tutti insieme

Qualche settimana fa, un po’ sconfortata all’idea di non votare per l’UCEI per la prima volta dopo decenni, auspicavo di non sentire parlare più di elezioni fino alla prossima modifica dello Statuto. Per la verità credevo di aver detto una cosa evidentemente paradossale, come quando noi insegnanti minacciamo di gettare i compiti in classe dalla finestra se vediamo certi errori, o cose simili. Invece è proprio andata così: salvo un trafiletto con i nomi degli eletti e un altro che racconta cosa hanno detto i quotidiani romani (non esattamente una fonte di prima mano per sapere cosa succede in ambito ebraico), sulla newsletter non è uscito quasi nulla. Nelle settimane precedenti è stato dato puntualmente conto dei dibattiti nelle singole Comunità ma non c’è stato (a differenza di molte altre occasioni, in cui la newsletter ha offerto la possibilità di interessanti scambi di opinioni su vari argomenti), un vero e proprio confronto tra proposte diverse e idee diverse di come debba essere l’Unione (cioè l’ebraismo italiano) del futuro. Eppure le differenze di opinione in campo ebraico non mancano di sicuro (per fortuna). Immagino che il dibattito, pre e post elettorale, si sia sviluppato essenzialmente all’interno delle singole Comunità: ciascuno ha presentato i propri programmi e le proprie idee davanti ai propri potenziali elettori, ed ora sente di dover rispondere essenzialmente a chi lo ha eletto o nominato, cioè agli iscritti o al Consiglio della propria Comunità. Ѐ logico, ma d’ora in poi i nuovi consiglieri dovranno lavorare tutti insieme. Prima o poi qualche idea e qualche opinione dovranno scambiarsela per forza. Magari – perché no? – anche per mezzo di questa newsletter.

Anna Segre, insegnante