L’antisemitismo e la crisi in Francia

Secondo il servizio di sicurezza delle comunità ebraiche, tra marzo e aprile si sono verificati in Francia 148 attentati antisemiti, di cui 43 gravi, cioè nove attacchi al giorno (!). Peraltro siamo a cavallo della strage di Tolosa, nel momento di massima indignazione della società. Il Primo Ministro, Jean-Marc Ayrault, ha parlato di emergenza antisemita (recupero queste notizie da un articolo di Giulio Meotti).
La Francia è un ottimo rilevatore dei sentimenti europei: persino il nazismo fu in qualche modo anticipato dall’affaire-Dreyfus e da vari pensatori antisemiti e razzisti. Che cosa sta accadendo? Come si spiegano l’elezione di un presidente socialista, la crescita del Front national, l’aumento dell’antisemitismo, elementi apparentemente contraddittori? Molti enfatizzano il ruolo della grande comunità maghrebina di Francia. Non c’è dubbio che i rapporti tra ebrei e musulmani siano complicati, ma non mi pare che il mondo islamico sia attualmente concentrato su Israele e Palestina. Le cronache dall’Egitto, i pericoli evidenti nelle transizioni dalle primavere agli incerti vagiti democratici sembrano assorbire l’attenzione delle opinioni pubbliche arabe nel Medioriente e nelle diaspore europee. Va forse sottolineato, invece, il nesso con la crisi economica e politica dell’Europa. Le nuove povertà, associate alla sensazione di non disporre del proprio destino requisito dalla burocrazia di Bruxelles, creano una polarizzazione tra insider ed esclusi, tra ottimisti e pessimisti. In Francia e in Europa non si confrontano destra e sinistra, ma forze «costituzionali» e forze anti-sistema. Le seconde vengono votate da chi è stato espulso dai processi economici, non crede che l’Europa si possa riformare, ritiene che l’attuale impalcatura vada semplicemente scardinata.
Non è detto che queste pulsioni si insedino nei partiti di estrema destra (in Italia e Germania non succede), ma è chiaro che questo fenomeno può verificarsi. È la paura della crisi, oggi, il vero nemico degli ebrei francesi, degli ebrei greci, dei rom, degli immigrati e degli omosessuali.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas – twitter @tobiazevi