…Male
Il sorriso di Breivik dal suo banco d’imputato ci ripropone, se mai riuscissimo a scordarcelo, il problema del male. Della sua banalità, per riprendere la frase di Hannah Arendt ormai fin troppo “banalizzata”, o della sua eccezionalità. Capace o incapace di intendere e volere, per riprendere il dibattito processuale e il dilemma dei giudici nella scelta tra la prigione e il manicomio criminale. Solo una volta in vita mia, ormai molti anni fa e in un contesto molto speciale, ho sentito di avere di fronte il Male, quello con la M maiuscola per intenderci. E, anche se non ci credevo e continuo a non crederci, anche se continuo a pensare che il male non ha mai la maiuscola, ho sentito un brivido di fronte a ciò che percepivo. Lo stesso che sento oggi guardando il volto di Breivik.
Anna Foa, storica