Gabriele Novelli 1940-2012

Grande commozione a Trieste per la scomparsa di Gabriele Novelli, rimasto vittima di un grave incidente di montagna avvenuto sulla catena appenninica dei monti Sibillini. Membro attivissimo nel mondo del volontariato, a piangerlo sono in molti. In città, nella società civile e tra gli iscritti della Comunità ebraica. “Gabriele Novelli – spiega il rabbino capo di Trieste rav Itzhak Margalit al quotidiano Il Piccolo – era una persona meravigliosa, un vero volontario che si dedicava con tutte le sue energie agli altri. Ci mancherà perché era un amico, ma anche e soprattutto per il suo impegno a favore dei più deboli e bisognosi”. “Mio padre – racconta il figlio Nathan, che è insegnante alla Scuola ebraica di Trieste – si è dedicato con intensità al volontariato, ma anche alla raccolta di fondi per la beneficienza. Assisteva anche un ragazzo colpito da una forma di paralisi. Assieme ad altri, giorno dopo giorno, si occupava di fargli fare la ginnastica passiva. Ha dedicato la sua vita alla comunità ebraica e io per primo ne sono orgoglioso. Era medaglia d’oro dei donatori sangue, perché per lui la solidarietà era una ragione di vita. Lavorava senza clamori, senza farlo sapere. Con riservatezza, perché questo era il suo stile”. Tra le innumerevoli testimonianze di commozione e di amicizia, anche quella del presidente Comunità ebraica di Trieste Alessandro Salonichio che, alla vigilia delle celebrazioni per il Centenario della sinagoga previste per domenica sera, in un intervento diffuso oggi ricorda Novelli con le parole che riportiamo qui di seguito .
Anche la redazione del Portale dell’ebraismo italiano, che proprio a Trieste darà vita nella seconda metà di luglio alla quarta edizione di Redazione Aperta, si unisce al dolore dei famigliari e degli amici di Gabriele Novelli ricordando di averlo avuto sempre a fianco, partecipe, stimolante e generoso, nel corso dei dibattiti organizzati nelle diverse edizioni di laboratorio giornalistico.
“Gabriele se n’è andato – ricorda il coordinatore dei dipartimenti Informazione e Cultura dell’Unione Guido Vitale – come talvolta accade alla gente di Trieste che si fa trovare viva all’ultimo appuntamento: esplorando con coraggio territori sconosciuti, valicando cime impervie, in profondo amore e sintonia con la natura e con la vita. Che la sua incessante energia, la sua voglia di porre domande e di offrire aiuto siano da esempio ai nostri giovani. Che il suo ricordo ci sia di benedizione”.

Chi di noi non ha un ricordo di Gabriele Novelli z.l. Chi di noi non ha mille ricordi di Gabriele Novelli z.l. Non ci sembra vero eppure Gabriele non è più tra noi. Non potrà più aiutarci ad organizzare le attività del centro sociale di cui era anima e corpo, le attività delle associazioni, le conferenze, non potrà più occuparsi delle raccolte di fondi per il Keren Kayemeth. La notizia della sua morte è una di quelle che gela il sangue. Per ognuno di noi che lo conosceva, ne sono certo, è stato uno lo shock. Gabriele, un uomo che ha fatto della voglia di rendersi utile al prossimo una delle ragioni di vita, assieme alla sua passione per i viaggi, i libri, l’amore verso la famiglia. Il suo contributo alle attività della Comunità e per Israele è sempre stato fondamentale, indispensabile. Forse uno dei nostri errori è di aver considerato la sua presenza una cosa ovvia, quasi sottintesa. Avremmo dovuto, e metto il sottoscritto in prima fila, sempre ricordarlo. Dietro a tutte le attività, conferenze, feste proposte dalla Comunità o dalle associazioni c’era lui, Gabriele. Ora che non c’è più la sua assenza sarà pesantissima, un vuoto incolmabile. Non sono parole di circostanza. Non posso non ricordare la nostra ultima occasione di collaborazione che ha riguardato la mia famiglia: i benoth mitzvà di mia figlia Noa e di mia nipote Deborah, non più di un paio di settimane fa. Nonostante quella domenica fosse anche scrutatore nelle elezioni per il delegato comunitario all’Ucei, lui si propose di dare una mano a Emmy. Il giorno successivo incontrai lui e lo Shaliah del KKL Rafael Ovadia in sala riunioni della Comunità e in quell’occasione mi espresse il desiderio di essere aiutato nel cercare qualcuno che gli potesse dare una mano per proseguire il suo lavoro di raccolta per il“bossolo”. Era stanco e un po’ avvilito per la mancanza di un ricambio generazionale che potesse raccogliere l’eredità di tutti quelli che, come lui, hanno dedicato per tanti anni tempo e risorse per attività benefiche. Le sale dell’Adei saranno vuote senza di lui. Non ci sembrerà vero che dietro il bancone del bar lui non ci sarà più. E non posso non ricordare che lui fu uno tra i primi, dopo aver letto l’articolo di Igor Tercon proprio su questo giornale, a proporsi al gruppo di volontariato alla casa di riposo. A lui il gruppo aveva affidato il compito di far compagnia al signor Aldo Ancona. Puntualmente una volta alla settimana lo portava fuori, per una passeggiata o al cinema, un’altra delle sue passioni. Ci mancherà la sua presenza al Tempio, il suo kaddish in ricordo della cara Noretta, la berachà che ogni sabato mattina dava al figlio Nathan mentre quest’ultimo ripeteva l’Amidà di mussaf. Il Gabriele Novelli z.l uomo ha lasciato alla nostra comunità un’eredità che deve essere raccolta da ognuno di noi, in particolare dalle giovani generazioni. Dovremo tutti imparare un valore fondamentale senza il quale una Comunità, un gruppo di persone unite dalla stessa fede, dagli stessi ideali, da una cultura millenaria, dalle stesse amare esperienze passate, non può restare tale. Il senso di solidarietà reciproca e la disponibilità disinteressata ad aiutare il prossimo. Di questo Gabriele Novelli z.l è stato eccezionale. Un esempio per noi e le nuove generazioni. Rispettiamo la sacralità della sua memoria ricordandone i pregi e i difetti che di lui hanno fatto un personaggio unico e indimenticabile per tutti noi. La sua memoria appunto va perpetuata nei suoi momenti migliori. Al caro figlio Nathan con Giulia, David e Leah, alla cara sorella Simonetta con Giorgio e Ruben, alla cara suocera Rita, ai parenti, agli amici, vanno a nome della Comunità ebraica di Trieste e mio personale i nostri più commossi e sinceri sentimenti di vicinanza. Gabriele avrebbe voluto esserci alla cerimonia in ricordo del Centenario dell’inaugurazione del Tempio. Sono sicuro. No, sono sicurissimo che lui avrebbe avuto piacere che si tenesse comunque e che fosse un evento da ricordare per onorare la memoria dei padri della Comunità e per la nostra città. Ora dovremo ricordare un padre in più, Gabriele, un grande uomo, un grande amico. Avrei un grande desiderio. Lui ne sarebbe sicuramente felice e fiero. Desidererei che a Gabriele Novelli z.l intitolassimo la nostra sede sociale, l’ADEI, come la chiamavamo tutti. Nessuno lo meriterebbe di più. Ciao Gabriele. Scusa per tutti i grazie che non ti ho detto.

Sandro Salonichio, presidente della Comunità ebraica di Trieste
(Jarchon, luglio 2012)