Qui Bruxelles – Solidarietà e generazioni, il rabbinato parla ai vertici europei

“Una delle cause profonde della crisi economica in Europa è la contrazione della popolazione. Per questo bisogna fare il possibile per incoraggiare la formazione di famiglie. L’immigrazione può in parte compensare il calo del tasso di natalità. Il popolo ebraico è sempre stato un popolo migrante, che di certo non può parlare contro l’immigrazione. Essa deve però rappresentare un processo virtuoso, regolato dalla legge e diretto alla crescita della società, altrimenti rischia solo di generare conflitti”. Lo ha dichiarato il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni a Bruxelles nel corso dell’incontro Intergenerational Solidarity: Setting the parameters for Tomorrow’s Society in Europe (Solidarietà intergenerazionale: stabilire i parametri per la società europea di domani). Promosso dal presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, che presiede i lavori insieme a Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, e a Herman Van Rompuy, presidente del Consiglio europeo, al convegno partecipano i più alti rappresentati delle confessioni religiose diffuse nel continente. Esponenti del mondo cristiano, ebraico, musulmano, ma non solo. A guidare la delegazione del Rabbinato europeo il rav Di Segni. Insieme a lui, tra gli altri, rav Karol Sidon, rabbino capo di Praga e della Repubblica Ceca, il rabbino capo di Tolosa Harold Avraham Weill e il rabbino capo di Monaco di Baviera Arie Folger. L’idea di fondo è quella di confrontarsi su questioni come la sfida demografica, l’invecchiamento della popolazione, l’alta disoccupazione giovanile, le conciliazione del lavoro e della vita privata. “Penso che il fatto che i vertici dell’Unione europea invitino i rappresentanti religiosi a discutere di queste tematiche abbia un valore simbolico importante. Anche se non sempre in concreto serve a qualcosa” spiega rav Di Segni.

Rossella Tercatin – twitter @rtercatinmoked