Lo status giuridico delle Comunità, una controversia da risolvere
“Le comunità ebraiche sono ONLUS? La risposta è sì, direi inequivocabilmente sì, eppure, non tutti sono d’accordo. Soprattutto, non sono d’accordo tra di loro le agenzie per le entrate delle diverse regioni italiane”. Valerio Di Porto, coordinatore della Commissione Statuto dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane che nell’appena conclusa stagione ha gestito la riforma istituzionale dell’ebraismo italiano e consigliere della Camera dei Deputati, dove coordina l’Osservatorio sulla legislazione, riassume in poche parole una controversia particolarmente complessa dal punto di vista tecnico, e allo stesso tempo fondamentale per la vita delle Comunità ebraiche italiane: il loro riconoscimento chiaro e univoco, da parte dello Stato, come organizzazioni non lucrative di utilità sociali, senza bisogno di nessuna iscrizione all’anagrafe delle ONLUS e senza necessità di accertamenti da parte delle agenzie delle entrate.
A questo proposito il deputato del Partito Democratico Emanuele Fiano ha presentato negli scorsi giorni un’interrogazione parlamentare. “Il tema del riconoscimento come ONLUS delle comunità ebraiche, riconoscimento che ha dirette ricadute sulla possibilità di accesso al 5 per mille, è assai controverso – si legge nel testo presentato alla Camera che riassume anzitutto lo stato dell’arte della questione – Infatti, le direzioni regionali delle entrate hanno assunto posizioni tra loro divergenti, facendo venir meno ogni certezza del diritto e creando evidenti sperequazioni tra regione e regione. In tempi recenti, le comunità ebraiche di Ancona e di Milano sono state cancellate dall’elenco delle ONLUS con provvedimento della competente direzione generale delle entrate. La comunità di Ancona ha presentato un ricorso avverso il provvedimento di cancellazione, che è in queste settimane in trattazione. La comunità di Milano è stata anche sottoposta ad ispezioni da parte della medesima Agenzia”.
In seguito al ricorso presentato, la Commissione tributaria provinciale di Milano ha disposto la reiscrizione della comunità nell’anagrafe unica delle ONLUS per la parte relativa all’assistenza sociale e socio-sanitaria agli anziani. Ad Ancona il ricorso verrà discusso la settimana prossima.
Apparentemente, la risposta al quesito è già contenuta nella legge, e in particolare nell’articolo 10 del decreto legislativo n. 460 del 1997 (“Riordino della disciplina tributaria degli enti non commerciali e delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale”): gli enti ecclesiastici delle confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese (le comunità ebraiche sono equiparabili ad enti ecclesiastici e lo Stato ha firmato l’Intesa con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane con la legge n. 101 del 1989) sono considerati ONLUS limitatamente all’esercizio delle seguenti attività: assistenza sociale e socio-sanitaria; assistenza sanitaria; beneficenza; istruzione; formazione; sport dilettantistico, a condizione che per tali attività siano tenute separatamente le scritture contabili.
“Dunque, basta tenere scritture contabili separate e null’altro occorre: il testo è chiaro. Eppure, c’è chi dice no. E dal no conseguono le più diverse richieste ed indagini sulle Comunità e le loro attività” spiega ancora Di Porto.
“Appare necessario – al fine di superare le divergenti linee di condotta assunte dalle Agenzie delle entrate – che il Ministro dell’economia e delle finanze assuma un indirizzo univoco” la conclusione dell’interrogazione dell’onorevole Fiano.