…silenzi

La morte di Moshe Silman venerdì scorso, l’attivista che si era dato fuoco a Tel Aviv la settimana prima, è avvenuta nel silenzio, complice anche la strage a Burgas due giorni prima. L’attenzione e l’emozione erano rivolte in Bulgaria.
E tuttavia a scorrere le rare reazioni che si sono lette on-line alla notizia della morte di Silman, ci sarebbe materia per riflettere. Una mi ha colpito. L’ha spedita uno che si firma “Noor” e viene dal Pakistan, che scrive (traduco): “Questa vicenda è stata una rivelazione per me. Ho sempre pensato che tutti gli israeliani fossero milionari. Condoglianze al mio povero fratello.” Si potrebbe dire che il pregiudizio e la propaganda sono più forti della realtà. E’ vero. Ma serve a qualcosa la “gnangnera piangente” o ripetersi che tutto il mondo ci odia? A me non pare.
Nel frattempo rifletterei sui contenuti della contropropaganda che sono stati praticati finora. Quelli messi in atto finora, evidentemente, lasciano alquanto a desiderare.

David Bidussa, storico sociale delle idee