…The Economist
Il settimanale The Economist ha dedicato questa settimana un inserto di dodici pagine al tema Judaism and the Jews – l’ebraismo e gli ebrei – con l’ottimista sottotitolo Alive and Well – vivi e vegeti. Il Foglio di sabato scorso ha contestato il dossier, con un anonimo editoriale “Ecco quel che l’Economist ignora sulla ‘teocrazia israeliana’”.Non sono piaciute soprattutto le critiche a determinati aspetti della politica del governo d’Israele e ai conflitti di identità (peraltro reali) che ne costituiscono il sottofondo. Il sito Informazione Corretta ha invece pubblicato un vistoso quadrato rosso con la dicitura “I never read The Economist” – io non leggo mai l’Economist. Io credo che di tutto si possa discutere criticamente e che sia anzi utile offrire fatti diversi e interpretazioni alternative a quelle che ci vengono somministrate dai principali organi di informazione. Ma credo anche che prima di controbattere si debba sempre leggere e ascoltare. Quando poi un canale influente come The Economist – che sicuramente è di solito ostile alla politica di Israele e a chi con essa si identifica – ritiene l’ebraismo e gli ebrei “vivi e vegeti”, questo, una tantum, non è vilipendio. Anzi, il dossier dell’Economist – che offre una visione globale dei temi – potrebbe anche servire come base per un dibattito tra i lettori italiani sull’ebraismo oggi.
Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme