…Hiroshima

Non so chi domani si ricorderà dell’anniversario di Hiroshima. In ogni caso, sarà rilevante valutare le parole che si useranno. Se saranno rievocative, e dunque retoriche, o se riflessive e dunque anche indirettamente legate allo scenario che abbiamo di fronte. Non lo scrivo perché mi pare che al di là dell’infinito parlare di “memoria” poi in realtà non se ne abbia granché oppure quella che si ha, al massimo sia iscritta nel proprio raggio di interesse. Dentro a questo silenzio tuttavia, non colgo solo un caso di amnesia, ma un modo per non misurare quelle che sono ancora le possibilità che pesano nel nostro presente e che determinano il nostro futuro immediato. Così da renderci più leggeri rispetto alle scelte da fare. Come se il pericolo atomico fosse un vago ricordo del passato, un’eventualità che ci siamo lasciarti definitivamente alle spalle e non segnasse molte delle scelte del nostro presente, delle realtà che ci circondano anche quelle su cui preferiamo tacere.

David Bidussa, storico sociale delle idee