Olimpiadi – Testimoni di sport e di pace

È l’Olimpiade dei grandi record, degli atleti saetta che mai come quest’anno infiammano gli stadi, le piscine e i campi di gioco. Ma è anche l’Olimpiade della memoria e oggi pomeriggio, in occasione del 40esimo anniversario dell’attentato al Villaggio Olimpico di Monaco che costò la vita a undici tra atleti e allenatori della delegazione israeliana, saranno in molti a recarsi presso il prestigioso Guildhall londinese per testimoniare l’importanza di affermare valori e principi comuni nella manifestazione che più di ogni altra si propone di essere porta d’incontro tra i popoli. Organizzata dal Comitato Olimpico israeliano in collaborazione con l’ambasciata di Israele a Londra e con la Comunità ebraica inglese, la cerimonia commemorativa delle vittime di Monaco è un appuntamento ormai consueto dei Giochi ma quest’anno – anche alla luce delle veementi polemiche legate alla mancata concessione di un minuto di silenzio nel corso dell’evento inaugurale – avrà un significato ancora più speciale del solito. Hanno annunciato la loro presenza il presidente del Comitato Olimpico Internazionale Jacques Rogge, i presidenti di numerosi Comitati olimpici nazionali, i dirigenti della federazione israeliana e vari rappresentanti del mondo ebraico. Tra gli invitati anche Vittorio Pavoncello, presidente del Maccabi Italia e consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che in questi mesi si è speso senza tregua affinché la delegazione italiana fosse in prima linea nella campagna internazionale di sensibilizzazione – in parte disattesa dai massimi vertici dello sport mondiale – che ci ha accompagnato fino all’arrivo della torcia all’Olympic Stadium. Un risultato raggiunto grazie al coinvolgimento diretto del presidente del Coni Gianni Petrucci e a quanti, tra i membri spedizione azzurra, si sono prodigati per scrivere nuove pagine di sport, inclusione e pace affrontando questa sfida sempre a testa alta.
Pagine che corrono anche sulle onde del bacino di Weymouth dove l’israeliana Lee Korzits si giocherà domani mattina nel windsurf le carte migliori per regalare al suo paese una storica seconda medaglia d’oro olimpica dopo l’impresa di Gal Fridman ad Atene 2004. E pagine che corrono anche sulla carta stampata con Pagine Ebraiche di agosto in distribuzione in questi giorni che alla memoria di coloro che innalzando la bandiera di Israele persero la vita nel nome di un odio cieco che nega la democrazia, la coesistenza e il confronto, dedica il dossier centrale di approfondimento sul mondo dello sport e sulla sua particolare declinazione ebraica.