…democrazia
Nell’ultima settimana si è molto parlato di libertà. Oltre alle libertà negate in Siria, le cronache politiche hanno messo molto in evidenza la condanna subita dal gruppo punk, Pussy Riot, in Russia, per aver improvvisato una messa anti-Putin nella Chiesa del Cristo Redentore a Mosca. D’altra parte, da quella zona del mondo rimproverano il trattamento riservato a Julian Assange dalle diplomazie occidentali, come a dire che è più facile vedere la pagliuzza nell’occhio dell’altro che la trave nel proprio. In effetti, non credo che sarebbe gradito un simile show nel Duomo di Milano o a S. Pietro. Ma, allora, davvero la democrazia non è altro che un cambiamento nominale privo di qualunque sostanza? Semplicemente, ognuno ha i propri nemici. Oppure, dovremmo concludere che la democrazia non coincide con la libertà per tutti? E chi decide il limite? Forse, è giunto il momento che a fianco ad uno sforzo politico si accompagni un impegno delle classi intellettuali; considerate le contraddizioni a cui sono giunti i vecchi termini, urge trovarne di più aderenti ai nostri tempi.
David Assael, ricercatore