Diseguaglianze

​Intervenendo a un convegno in Trentino, Franco Bernabè, Presidente di Telecom Italia, ha affrontato il tema delle diseguaglianze sociali. Ha spiegato che alla base della forbice sempre più larga c’è il crollo della piccola e medio-piccola borghesia, falcidiata negli ultimi anni dalla riduzione dei salari e dal progresso tecnologico. L’avvento di internet, infatti, ha rivoluzionato il mercato del lavoro ma non produce occupazione: secondo gli studi ogni dieci posti eliminati dall’innovazione tecnologica ne viene creato solo uno in settori scientificamente avanzati. Un rapporto di dieci a uno. È per questa ragione che i paesi tecnologicamente più avanzati, Usa e Israele, sono anche quelli dove le distanze sociali si sono più dilatate, nonostante in Israele vi fosse una tradizione di Welfare di stampo socialista. Ne abbiamo già parlato su queste colonne, ma mi pare che questa questione meriti un’attenzione particolare da parte dell’ebraismo della Diaspora: il sostegno a Israele passa anche da una selezione attenta dei progetti e delle organizzazioni che si vogliono promuovere e aiutare finanziariamente. E in questo senso non sarebbe male se ci sforzassimo di scegliere soggetti dediti a favorire l’integrazione sociale, la mobilità, la lotta alla povertà. Senza dimenticare un altro tema in qualche modo collegato, quello dell’immigrazione in Israele di un numero sempre crescente di immigrati e profughi sempre a rischio di finire ai margini della società.
C’è un dato, tra i tanti, che fa ben sperare: secondo l’indice di libertà dei dipendenti, cioè la capacità di un impiegato di dire ciò che pensa al proprio capo, Israele è il paese più avanzato del mondo. Al capo opposto della Cina, dove vige la massima coercizione. Come dire, in Israele ognuno pensa con la propria testa. Che rimane la più preziosa delle nostre risorse.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas – twitter @tobiazevi