Quel medico che inventò le Paralimpiadi

Prende il via il 29 agosto 2012 la quattordicesima edizione dei Giochi paralimpici, la quadriennale competizione per atleti diversamente abili. Ad animare nuovamente Londra, dopo le Olimpiadi terminate il 12 agosto, arriveranno 4200 atleti da tutto il mondo, migliaia di giornalisti, oltre un milione di spettatori. E per la prima volta, renderà omaggio al medico cui questa grande festa dello sport nel suo spirito più alto si deve: sir Ludvig Guttmann. Nato nel 1899 nella città mineraria Tost in Germania da una famiglia ebraica, iniziò a lavorare come volontario in ospedale a 17 anni, e vide per la prima volta un paziente paraplegico, un minatore che morì per le conseguenze di una frattura alla spina dorsale. Studente di medicina a Freiburg, Guttmann fu attivo membro di un’associazione ebraica che lavorava per contrastare l’antisemitismo nelle Università tedesche, incoraggiando anche i suoi compagni a praticare sport e allenarsi per essere non soltanto in forma, ma più sicuri di se stessi e orgogliosi della propria identità ebraica. Con l’avvento del nazismo nel 1933, il dottor Guttmann perse il suo posto di assistente di neurologia all’Università di Amburgo, dove lavorava con alcuni tra i più grandi medici dell’epoca, e si trasferì all’ospedale ebraico di Breslau, di cui divenne direttore. Nel 1938, quando il clima per gli ebrei di Germania si faceva sempre più irrespirabile, diede ordine di accogliere tutti i pazienti che si fossero rivolti all’ospedale per cure, anche se non di religione ebraica e fu pronto a difendere la sua decisione davanti alla Gestapo, che ispezionò l’istituto la mattina successiva per chiedere conto dei 63 nuovi pazienti. A quel punto Guttamann comprese che era arrivato il momento di andarsene, e con l’aiuto del Council for Assisting Refugee Academics arrivò in Inghilterra nel 1939. A quell’epoca, il tasso di mortalità in seguito a fratture alla colonna vertebrale nell’esercito alleato era altissimo. Anche chi sopravviveva al trauma iniziale (circa uno su cinque), aveva un’aspettativa di vita di tre mesi, senza alcun aiuto da parte della società o della scienza medica. Con l’arrivo di Guttmann cambiò tutto. Il medico tedesco accettò di aprire un centro specializzato, e attraverso cure e allenamento fisico, ma anche la vera e propria pratica sportiva, dal tiro con l’arco alla piscina e alla palestra, Guttmann riusciva a curare i suoi pazienti non solo nel corpo, ma anche nello spirito. Proprio a Londra, in occasione delle Olimpiadi del 1948 ospitate dalla capitale inglese, 16 atleti, uomini e donne, scoccarono le loro frecce nel giardino dell’ospedale, nella prima gara paralimpica di sempre. E nel 1960, in occasione dei Giochi olimpici di Roma, si ebbe la prima edizione ufficiale delle Paralimpiadi quadriennali. Nel 1968 i Giochi paralimpici portarono una grande gioia a Israele, dove vennero disputati per festeggiare il ventesimo anniversario dell’Indipendenza dello Stato ebraico. Nominato cavaliere dalla regina Elisabetta II nel 1956, Guttmann, morì nel 1980. Un pioniere della medicina, ma soprattutto della capacità di creare un’immagine forte e positiva di ciò che il mondo aveva sempre considerato malato e debole.

Rossella Tercatin – twitter @rtercatinmoked