Il mondo ebraico rende omaggio al cardinal Martini
Un uomo di dialogo, un punto di riferimento. Una figura insostituibile. Il mondo ebraico italiano piange la scomparsa del cardinal Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano per oltre vent’anni, scomparso venerdì pomeriggio dopo una lunga malattia. “Uomo di cultura, fine esegeta biblico, grande protagonista del dialogo interreligioso, il cardinal Martini ha scritto alcune pagine memorabili di incontro tra i popoli prodigandosi in particolare per avvicinare nel solco dei molti valori comuni ebrei e cristiani – lo ha ricordato il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna – Un impegno straordinario per intensità ed efficacia, di cui troviamo traccia in numerosi suoi studi e significativamente ribadito con la decisione di trasferirsi a Gerusalemme una volta concluso il lungo mandato milanese, che ha portato indiscutibili benefici a tutta la società italiana”.
A rendere omaggio al cardinal Martini, la Comunità di Milano, che attraverso un messaggio diffuso dal presidente Walker Meghnagi e dal responsabile dei rapporti istituzionali Daniele Nahum, ha espresso profonda tristezza e ha domandato che a Martini vengano intitolati i Giardini della Guastalla, “un luogo altamente simbolico dato che racchiuso tra la sinagoga (espressione del dialogo ebraico-cristiano), l’Università statale (cattedra dei non credenti) e la Chiesa valdese (espressione del dialogo interconfessionale)”. Il commosso ricordo del cardinale ha unito relatori e pubblico anche durante le celebrazioni della Giornata europea della cultura ebraica proprio alla Sinagoga centrale. Dal presidente Meghnagi al rabbino capo Alfonso Arbib, dai rappresentanti delle istituzioni locali allo studioso di mistica Haim Baharier, tutti i presenti hanno rivolto un pensiero al cardinale, in onore del quale è stato osservato anche un minuto di silenzio. Un intervento particolarmente commosso è stato poi quello espresso dal rabbino capo emerito della Comunità Giuseppe Laras, che con il cardinale è stato protagonista di una stretta collaborazione. “Ricordo il nostro ultimo incontro pochi mesi fa. Quasi non riusciva a parlare, ma i suoi occhi erano gli stessi di sempre. Capii che era un addio”.
Anche a Gerusalemme, nella comunità degli italkim, la notizia della scomparsa del cardinal Martini è stata accolta con grande dolore. Così Sergio della Pergola, demografo dell’Università ebraica “Ricordo che uno Shabbat qualche anno fa venne al Tempio Italiano di Via Hillel 27. Era vestito modestamente di grigio e si sedette all’ultimo banco della sinagoga. Come membro del comitato, mi avvicinai a lui e gli dissi: Eccellenza, venga per favore a sedersi in uno dei banchi anteriori dove di solito si mettono gli ospiti di riguardo. Il cardinale gentilmente rifiutò e continuò a seguire la preghiera con davanti a sè il libro aperto in ebraico. Alla fine si ritirò discretamente”.
Un omaggio al cardinale è giunto anche dall’Assemblea dei rabbini d’Italia, che ne ha ricordato “l’esemplare, convinto impegno nel dialogo con tutti i credenti e i non credenti, l’amore per una conoscenza e uno studio senza barriere”. “Che il suo esempio possa essere faro e stimolo verso la pace tra tutte le creature dell’unico D-o” l’auspicio del presidente rav Elia Richetti.
Domani, alle 12 in piazza Fontana, davanti al Palazzo arcivescovile dove Martini ha vissuto per oltre vent’anni, la Comunità ebraica di Milano e i rabbini Arbib, Laras, Richetti e David Sciunnach si ritroveranno per una pubblica lettura dei Salmi in sua memoria.
Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked