Pagine Ebraiche fra la gente del Festival Ladany e la sua corsa contro il male, dal Lager a Monaco ’72
Il Festival Letteratura prende quota e mentre si accende il fuoco di fila delle centinaia di manifestazioni in programma il giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche, che la più prestigiosa manifestazione culturale di questa stagione ha deciso di distribuire in tutti i punti di raccolta e informazione, conquista a Mantova nuovi lettori.
Questa mattina il primo di una serie di grandi appuntamenti con la cultura e la creatività di ispirazione ebraica, l’incontro con il pensatore italiano Stefano Levi della Torre ha fatto il tutto esaurito in un cortile del palazzo di San Sebastiano gremito da un pubblico attento. Levi della Torre, presentato da Lea Melandri, ha parlato del suo ultimo lavoro (Laicità, grazie a Dio) in cui espone una concezione molto personale, ma comunque radicata nella matrice culturale ebraica, di uno dei grandi temi dei tempi nostri, il rapporto fra la politica, gli ideali, il potere e la religione. I lettori di Pagine Ebraiche hanno avuto modo, negli scorsi mesi, di seguire il confronto su questo stesso tema fra molte firme che hanno offerto visuali diverse (da rav Gianfranco Di Segni a Ugo Volli, da Sergio Della Pergola a rav Roberto Della Rocca e Anna Foa, da Davide Assael a Anna Segre).
Questa sera l’attesissimo, commovente abbraccio fra il pubblico e Shaul Ladany, l’uomo che a passo di marcia ha proseguito la sua corsa per spezzare il male, dal Lager alla Guerra dei Sei giorni alla strage degli atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco ’72.
Scenderà fra la gente per raccontare la sua storia (i biglietti sono già tutti esauriti) un marciatore che ogni anno, per il suo compleanno, percorre un chilometro per ogni anno vissuto. La marcia di Shaul Ladany è iniziata 76 anni fa: ha incontrato alla partenza la prigionia nel campo di Bergen-Belsen, è passata per la Guerra dei Sei Giorni in Israele, ha conosciuto uno dei suoi momenti di crisi nell’attacco terroristico di Settembre Nero agli atleti israeliani durante le Olimpiadi di Monaco, avvenuto esattamente quarant’anni fa. Una marcia ininterrotta, che per tenacia e costanza gli è valsa anche molti record e medaglie in campo sportivo. Insieme al giornalista Andrea Schiavon, autore di Cinque cerchi e una stella, e a Matteo Corradini, Ladany torna sui successi e sulle tragedie che hanno segnato la sua vita e insieme quella di Israele