Yoram Kaniuk: “Così è nata Israele”

La guerra d’indipendenza di Israele, il dolore incolmabile per la perdita di un amico in battaglia, il valore della Memoria, il senso più profondo e personale dell’identità ebraica. È uno Yoram Kaniuk straordinario, commovente ma anche capace di far sorridere con battute di sferzante ironia, quello di cui ha potuto godere ieri sera il pubblico del Festival Internazionale di Letteratura e Cultura Ebraica di Roma. Ospite d’onore della quarta giornata di incontri al Palazzo della Cultura uno dei padri nobili della letteratura israeliana, il poeta che nel suo ultimo romanzo 1948, da questa estate in Italia grazie alla casa editrice Giuntina, racconta con magistrale incisività le vicende colme di dramma, pathos e tensione che portarono alla nascita dello Stato di Israele. Un momento storico che lo vide tra i protagonisti. Lui, soldato appena adolescente, pioniere quasi inconsapevole di un nuovo Stato e di una nuova avventura che avrebbe commosso il mondo. Per usare le sue parole: “Un bravo ragazzo di Tel Aviv finito in mezzo a un bagno di sangue”.
È il dolore, la sua terribile ineluttabilità e la capacità di saper convivere con le sfide e le asprezze della vita, il filo conduttore dell’intensa conversazione che Kaniuk avrà con Elena Loewenthal, che dello scrittore israeliano ha curato la traduzione per Giuntina. “Un libro scritto ‘con la pancia’, un modo per dare sfogo alle mie emozioni di allora – spiegherà l’autore – ed è forse questo il motivo per cui piace a così tanti giovani”. Ieri a rendergli omaggio erano in moltissimi. Giovani e meno giovani, in fila per un autografo sulla copertina di 1948. Lui sorridente e commosso, mentre la moglie gli teneva stretta la mano e alcune lacrime rigavano il suo volto.

a.s. – twitter @asmulevichmoked