Accuse di comodo
Molto scalpore ha suscitato la morte dell’ambasciatore americano in Libia, Chris Stevens, a seguito dei disordini, in Egitto e in Libia, scaturiti dalla programmazione di un film, L’innocenza dei Musulmani, considerato blasfemo e offensivo dai devoti all’Islam. Subito è partita la caccia a chi fosse dietro questa pellicola. Prodotta, finanziata e realizzata dagli israeliani e dagli ebrei, coro unanime su tutti i media.
Questa tesi ha trovato terreno fertile in quasi tutti i commenti all’accaduto, su tutti giornali, dove non si è risparmiato sulle allusioni al potere economico degli ebrei, alla loro influenza, non solo in Israele ma in tutto il mondo, anche da parte di giornalisti “amici”.
Vecchia storia.
Ora, però, che i contorni dell’operazione L’Innocenza dei Musulmani, vanno delineandosi sempre più ci si rende conto che è una bufala, che gli ebrei e gli israeliani, non c’entrano affatto. La ricerca, partita per capire chi fosse dietro alla provocazione, ha portato all’individuazione di tale Nakoula Basseley Nakoula, 55 anni,
cristiano copto, pregiudicato per reati finanziari, che ha riconosciuto la sua implicazione nella pellicola ed ha fornito, all’Associated Press, dei dettagli riguardo la produzione del film e chi ci fosse dietro.
Il regista Sam Bacile, sedicente israeliano non esiste, o meglio, sarebbe lo stesso Nakoula Basseley Nakoula, nome fornito, con molti altri, alla Corte Federale americana.
Sempre all’AP ha detto che il film era nato per denunciare le preoccupazioni dei cristiani copti su come fossero maltrattati dai musulmani. Sam Bacile è rintracciabile, telefonicamente, soltanto attraverso i contatti con i cristiano copti, come Morris Sadek o come Steve Klein, nome forzatamente pseudo ebraici, ma Bacile non esiste, non esistono le centinaia di ebrei finanziatori del film, non c’è nessun elemento riconducibile ad Israele, nessuno verso gli ebrei.
Molto più comodo, per tutti, per i cristiano copti, per la stampa, per i musulmani stessi, credere che dietro ci fosse il perfido giudeo, manovratore di trame oscure, gestore del Potere mondiale. Insomma, il tentativo maldestro, da parte di qualcuno, di coinvolgere Israele (con la presunta cittadinanza di Bacile) o gli ebrei (quali finanziatori del progetto) è miseramente naufragato. Mi auguro che la stampa, così pronta a dare addosso all’untore giudaico, sia altrettanto pronta a raccontare le cose come stanno.
Vittorio Pavoncello, Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane