Un’amara verità
Oltre al dolore e alla commozione che si provano di fronte a un atto di questo genere, ci sono due elementi nell’attacco al consolato americano in Libia che sono meritevoli di considerazione. Il primo è l’incapacità del mondo occidentale a stabilire con certezza in cosa consista la libertà d’espressione. Certo, in termini logici è paradossale definire su cosa ci si possa esprime e su cosa no, questione che però appare quanto mai necessaria in alcuni casi come questo. Hanno ragione infatti i musulmani che s’indignano di fronte a una pellicola, il cui scopo dell’autore è mostrare che l’Islam sia il cancro dell’umanità, calpestando così la dignità di milioni di fedeli ed è ridicolo il tentativo di chi prova a giustificarne il fine in nome di una malpensata libertà. Allo stesso modo però c’è bisogno di ribadire un’amara verità: l’incapacità dell’occidente a far rispettare i suoi valori. Mai come in questo caso, a partire dagli Usa, è sembrato quasi che quell’orribile violenza avesse una giustificazione. Perché se è vero che il video è da condannare lo è altrettanto il fatto che nessuna forma di blasfemia giustifica l’uccisione d’innocenti e l’assalto ad un’ambasciata. Così ancora una volta il mondo occidentale ha perso l’occasione non solo per rispettare la sensibilità degli altri, ma anche di far comprendere che la propria è ugualmente importante.
Daniel Funaro, studente