Tea for Two – Buoni propositi
L’arrivo di un nuovo anno mi ha sempre riempito la testa di ottimismo e prospettive. Quasi come se fosse possibile ‘resettare’ gli errori passati e portare con sé quanto si è costruito di buono. Un po’ come credere agli oroscopi solo quando danno liete novelle. Per prima cosa il parrucchiere mi ha convinta a dare un taglio bello netto alla chioma, assicurandomi che avrebbe purificato la mia anima. Il passo successivo è stato quello di accordarmi davanti allo specchio sui buoni propositi per l’anno 5773. Quelli passati mi hanno sempre fatta sembrare una emula di Bridget Jones, che promette a se stessa si smettere di bere e fumare mentre in una mano tiene una coppa di champagne e con l’altra stringe risolutamente una sigaretta. Ma questo anno deve essere diverso, lo devo a me stessa e sopratutto al mio parrucchiere. E il Festival della Letteratura Ebraica, protagonista della capitale qualche settimana fa, mi ha dato un mucchio di idee. Yarona Pinhas ha suggerito di smettere di guardare la ‘buccia’ nel prossimo, ma di cercare la scintilla. Allora da qualche giorno saluto con un candido sorriso pacificatore chiunque mi passi sotto tiro ed evito quello sguardo nefasto e pestilenziale che mi segue dall’adolescenza. Poi, può sembrare un controsenso, dopo aver sentito parlare Shalom Auslander ed aver letto Il lamento del prepuzio, ho deciso di ‘auslanderizzarmi’. Questo non significa che diventerò arrabbiata con i piani alti o che smetta di credere. Auslander mi ha colpito per la sua vis, che lo porta alle volte a fare scelte azzardate e di cattivo gusto e lo fa essere il conte del turpiloquio intellettuale. Mentre lo sentivo parlare, mentre ne diceva di cotte e di crude davanti al pubblico romano stupito, a volte divertito, altre spaventato, avevo l’irresistibile voglia di arrabbiarmi con i suoi genitori e di gridare loro: “Perché avete fatto in modo che un uomo così intelligente odiasse così tanto la propria religione, perché avete basato tutto sulla logica della punizione?” Allora ho cercato e credo di aver trovato la scintilla di Auslander oltre la sua buccia. Così tra riflessioni, ripensamenti e sorrisi, mi preparo per questo anno nuovo: una incognita eccitante e spaventosa, ricca di libri che inizierò e lascerò a metà e di quelli che finirò di notte al lume di una candela fingendo di essere una Jane Austen 2.0. Ci saranno giorni nei quali vorrò vivere semplicemente nella banalità di un libro di Fabio Volo, altri nei quali rimpiangerò il 5772. Per il momento mi godo il nuovo inizio con i miei piccoli, ingenui buoni propositi.
Rachel Silvera, studentessa – twitter@RachelSilvera2