Qui Firenze – L’armonia del cedro

Nella solenne sala de’ Dugento, sede del Consiglio Comunale a Palazzo Vecchio, ha avuto luogo un convegno dal titolo “Il cedro simbolo del’armonia” centrato sul bellissimo agrume che con il lulav fa parte del rituale di questa festa.
L’iniziativa è stata promossa dall’Associazione Italia Israele, e in particolare dal suo presidente Rodolfo Foti, stabilendo così un riuscito contatto con la città di Santa Maria del Cedro, nota in campo internazionale per la cultura del cedro, il cui labaro spiccava accanto a quello gigliato di Firenze, e ha avuto la collaborazione del Centro Studi Valdarno Cultura presieduto da Domenico Ammirati, dell’Associazione Brutium che raccoglie i calabresi di Firenze, e della Banca Ifigest.
Il saluto della città ospitante è stato portato dal vicesindaco Dario Nardella, cui hanno fatto seguito gli interventi di Giuseppe Aulicino, sindaco di Santa Maria del Cedro, e Franco Galliano, presidente dell’Accademia del Cedro della cittadina calabra.
Ambedue hanno toccato l’animo del pubblico con le loro parole di amicizia verso Israele, bagnato dal loro stesso mare, ricordando come i rapporti risalgano forse a più di 2mila anni fa, essendo stato il cedro, pianta di origine asiatica, probabilmente introdotta dai primi ebrei arrivati su quelle coste per i loro commerci. Entrambi figli di coltivatori delle “cedriere”, gli oratori hanno esaltato le molteplici qualità di questo frutto che ha dato la possibilità di vivere a tante generazioni agricole augurandosi che i giovani continuino le tradizioni avite in un lavoro non semplice per la difficoltà materiale di rincalzare e potare le piante spinose e di difenderle dal freddo e dalle intemperie. Dal presidente dell’Accademia sono state ricordate antiche tradizioni popolari sugli influssi benefici del cedro e citati i vari poeti e scrittori che ne parlano nelle loro opere, in particolare Gabriele D’Annunzio che da un amico aveva imparato a gustare i “panicelli”, involtini di foglie di cedro ripieni di zibibbo appassito.
Quindi la professoressa Ida Zatelli, ordinaria di lingua e letteratura ebraica dell’Università fiorentina, ha tenuto una dotta lezione su “Il frutto dell’albero magnifico” con varie considerazioni sulla festa delle capanne, e Marina Clauser, curatrice dell’Orto Botanico, ha approfondito la nostra conoscenza di questo frutto e della sua millenaria storia, illustrando al pubblico la sua conformazione e le varie tipologie, con frutti dalle forme anche strane come quella a cinque dita del “cedro di Budda”.
Infine è toccato al rabbino capo rav Joseph Levi parlare de “Il cedro nella tradizione ebraica” concludendo gli interventi del convegno con le varie benedizioni che si usano dire sul frutto e anche sul suo profumo.
La mattinata si è chiusa nella sala d’Armi con un assaggio delle varie specialità di Santa Maria del Cedro: dai crostini con le olive condite al cedro agli squisiti dolci e marzapani che accompagnavano i frutti canditi, bevendo “acqua di cedro”.

Lionella Viterbo