Qui Firenze – Il coraggio di Bianca

A Firenze il Gruppo di Studi Storici ha iniziato ieri sera il 15esimo anno di attività con un denso incontro dedicato al ricordo di Bianca Finzi Colbi, grande protagonista e pioniera dell’impegno al femminile nella vita ebraica comunitaria.
Tra il pubblico anche le figlie, Claudia Orvieto e Silvia Levi, che hanno recentemente curato la pubblicazione del diario di Bianca, scritto nell’ottobre del 1944 quando ancora si trovava a Burzanella, agglomerato di case sull’Appennino bolognese dove la sua famiglia aveva trovato un sicuro rifugio.
Con la sua consueta vivacità espositiva Lea Campos Boralevi, docente di storia moderna dell’Università degli Studi di Firenze, ha illustrato l’opera svolta da Bianca, sua conterranea triestina, dedicatasi con tanta passione ai problemi della pari opportunità come consigliera del Consiglio Nazionale Donne Italiane e sua vice-presidente dal 1975 al 2000, partecipe a tanti congressi in campo internazionale, anche come presidente nazionale dell’Associazione Donne Ebree d’Italia per un decennio e quindi dal 1986 al 1999 a capo della Comunità ebraica di Bologna, sua città di adozione, dove nel 1939 aveva potuto concludere gli studi universitari, si era sposata con Italo Finzi ed era felicemente divenuta madre.
L’oratrice ha messo in evidenza come Bianca aveva saputo trasformare le traumatiche sofferenze del periodo della più cruenta persecuzione nazista in un processo di personale maturazione da cui era uscita una donna fortemente impegnata nel sociale e pronta ad assumersi delle responsabilità, come aveva dimostrato anche in quei mesi tenendo contatti con i partigiani e aiutando l’inerme popolazione come interprete dei tedeschi stessi.
Ne La primula bianca, edito da Silvio Zamorani, riccamente illustrato con foto e documenti, possiamo leggere, attraverso i ricordi autobiografici dell’autrice, una vivace narrazione di un’epoca ricca di avvenimenti.
La partecipazione del pubblico con numerosi ricordi personali ha reso la riunione ancor più interessante e significativa.
Che l’esempio di questa donna straordinaria illumini le nuove generazioni.

Lionella Viterbo