Tea for Two – Il genio di Nora

In estate l’America ha perso una delle più grandi umoriste dei nostri tempi: Nora Ephron, regista, sceneggiatrice,scrittrice. Da allora in maniera silenziosa la ephronmania si è insinuata in migliaia di blog di single trentenni infaticabili e intelligenti, una categoria che Nora conosceva molto bene. Il nostro incontro, anche se sono passati anni, lo ricordo molto bene. Un incontro filtrato dallo schermo, è ovvio. Era una di quelle giornate meravigliose che compongono poeticamente le vacanze invernali: il mondo è freneticamente in movimento per la lotta all’ultimo pacchetto con lo stemma di Babbo Natale. Io non voglio tuffarmi in quel gomitolo di strade e sono in pigiama. Uno di quelli di pile, o almeno così mi piace ricordare. Se è in mio potere nella dissolvenza della memoria vorrei anche un po’ di pioggia scrosciante e dei biscotti con l’omino di pan di zenzero. E una candy cane. E un piccolo barboncino con il maglione con la renna. Ma non perdiamoci in fantasticherie della sindrome da mancanza di Natale, della quale ho parlato lungamente. Accendo la tv e il palinsesto natalizio è tra i più gustosi: film di Nora Ephron a palate, con la sua attrice feticcio Meg Ryan. Quelle storie così dolci senza essere diabetiche, con una protagonista forte, che osa pantaloni dal taglio maschile e si innamora del bruttino affascinante, il quale, dopo averla fatta penare 110 minuti, le regalerà l’happy ending. Insonnia d’amore con l’Empire State Building, C’è posta per te e Cantral Park, Harry ti presento Sally (di cui ha scritto la sceneggiatura) con il meraviglioso tempio di Dendur del Metropolitan Museum. Nei film della Ephron non mancano New York, il foliage e ovviamente il Natale. Come ogni ebrea americana che si rispetti anche lei ha sentito questa assenza, un Babbo che manca come un padre. I dialoghi che costruisce hanno un ritmo serrato senza essere esasperanti, nessun balbettio alleniano, nessun McLuhan che appare al cinema. Agrodolce a volontà, come un fumante piatto marocchino. Nora Ephron, la donna del divorzio. Colei che ha ripagato il tradimento dell’ex Bernstein (co-protagonista dell’inchiesta sul caso Watergate) facendone un film: Affari di cuore. Se Annie Hall fosse stata una donna in carne ed ossa e non un sogno del vecchio Woody, sarebbe stata come lei, la meravigliosa Nora. Una donna che riesce a scrivere frasi come queste: “È sempre difficile ricordare l’amore, gli anni passano e ti chiedi: ero veramente innamorata o mi stavo prendendo in giro? Ero davvero innamorata o fingevo che lui fosse l’uomo dei miei sogni? Ero davvero innamorata o solo disperata?”. Certo, la mia adorazione per lei, la liquiderebbe così: “La storia è sempre la stessa, la donna più giovane idolatra quella più anziana, la perseguita. La più anziana la prende sotto la sua ala protettiva, la più giovane capisce che quella più anziana è solo umana. Fine della storia”.

Rachel Silvera, studentessa – twitter@RachelSilvera2