…violenza
Con l’ultimo assassinio, della ragazza diciassettenne sgozzata per difendere sua sorella, sono cento le donne, ragazze, bambine uccise in Italia dall’inizio del 2012. Sono state uccise dai loro fidanzati/mariti/ragazzi, in nome di gelosie, orgoglio maschile, vendette. Se è così in un paese occidentale, civilizzato (si fa per dire), un paese che ha nella sua storia due generazioni di lotte femministe che sembravano aver seppellito per sempre questo genere di mentalità, che cosa succederà in Pakistan, in Afganistan, in Iran, dove questa mentalità ha tradizioni forti ed incontaminate? E’ vero che le conquiste non sono mai definitive, che le oscillazioni e i ritorni indietro sono facili e frequenti, ma mi sembra che ora la situazione sia davvero sfuggita di mano a tutti: alla scuola, alla famiglia, alla polizia e agli psicologi. Che cosa proponete? quali norme possono almeno rallentare questo “femminicidio”?
Anna Foa, storica