Qui Roma – Amarcord fra sport e amicizia
Splendida serata di amarcord, ieri, in un ristorante kasher di Roma.
Per volere di personaggi che hanno fatto la storia dello sport ebraico romano, una quarantina di ex giovani atleti, si sono rivisti ieri sera, per parlare di episodi che si perdono nella notte dei tempi, davanti ad un fritto o a delle fettuccine fumanti.
Lo spunto, lo straordinario e storico pareggio strappato alla Nazionale israeliana di calcio a una Maccabiade, con gli stessi protagonisti di allora. Maccabi, Zim, Haganà, El Al, la Stella Azzurra,tutte ben rappresentate. Mario Papà, Nicchio, Franco e Sergio Birbillone, l’ossatura dello storico Maccabi di metà anni ’60, a cena, al tavolo insieme con i “nemici” della Zim, Gianni Ascoli, Sergio Marino, Benigno.
I vincitori di mille battaglie in Coppa dell’Amicizia, Pacifichetto o Gabriellino, Vittoriuccio Sonnino, sommessamente il sottoscritto, due mostri sacri come Burone e Leo Barone.
Smaltino, Bibione, Rebi, Robertino, Leonello, il Gemello di Zio Ninone, Omo Piccolo e il Condor. II grande Cesare Di Veroli, giocatore prima e magico Mister dei primi Maccabi giovanili.
Chiedo scusa se dimentico qualcuno, ognuno di loro importante e imprescindibile.
Certo la malinconia montava forte, ieri sera, il tempo passa inesorabilmente per tutti, ma bastava una battuta, raccontare un episodio curioso, nascosto nei meandri della nostra mente, per rispolverare ed animare quello spirito di gioia e di magia che la serata stava trasmettendo.
Lo sport, il calcio, compie sempre il miracolo.
Anche dopo 40 anni, anche se stati acerrimi nemici in campo, quando ci si rivede, si incontra un indimenticato fratello, una parte di noi stessi e qualche lacrimuccia parte.
Vittorio Pavoncello, consigliere UCEI