Tea for Two – Democrazia

Fin da quando è entrato nella sala underground allestita a festa sapevo che avrei dedicato a lui uno dei Tea for Two. Antefatto: festa di un caro amico, molte facce nuove, scodella di patatine di conforto. Ovviamente ho sbagliato il dress code (erano meglio degli anfibi e un volto sofferente) e ovviamente gli occhiali da vista si sono rotti e brancolo letteralmente nel buio. Il mio amico di fiducia e io parliamo diffusamente di argomenti spassosi e totalmente non necessari. Ci introducono un nuovo elemento: volto spigoloso, occhi chiari. Mi sono presentata come Angela, dopo una sfilza di persone che non capivano da dove provenissi. L’amabile trio composto da amico adorabile, lo smilzo e la sottoscritta inizia un dibattito sui libri dell’Adelphi e sul costo dei libri dell’Adelphi e su quanto piace crogiolarsi nel pensiero di essere persone che discutono di libri dell’Adelphi. Volto spigoloso inizia a parlare del suo filosofo di riferimento, tale Emil Cioran, che predica l’inutilità della vita salvo poi esser passato a miglior vita a 85 anni. Mai sentito. “Uffa, a volte la mia cultura rattoppata e conquistata facendo una poltiglia di Vanity fair, Venerdì di Repubblica e serie televisive mi lascia a secco”. Esce fuori che si era avvicinato al nazismo, era antisemita, si era pentito, la pagina di wikipedia è sbagliata, la vita è inutile, tu che filosofi leggi, Nietzsche è il primo filosofo che parla al popolo, la vita è ingiusta, ah me gramo. Io taccio perché di filosofia non so nulla e perché so già che conviene prendere la scodella delle patatine vicino e godersi lo spettacolo. E infatti spigoloso-man non delude: “Almeno Cioran aveva capito prima degli altri che la democrazia è un fallimento. Guarda come siamo ridotti”. Mi preparo a essere antipatica: “Ah sì, e cosa proponi?”- “Un filosofo non deve dire cosa fare e comunque lui vedeva un qualcosa nella Russia comunista.” Si è avvicinato prima ai nazisti poi alla Russia comunista. Un genio. Come temevo, ogni crisi porta allo stesso punto: “Dai, ma in fondo, insomma, democrazia, uhm, mondo ladro, blablabla”. Vengo redarguita perché sono sempre sulla difensiva e prendo tutto sul personale. Sarò anche suggestionata dal fatto che sono nella fase Primo Levi ma non riesco proprio ad accettare i “dai, ma in fondo, insomma” dello spigoloso biondo. Democrazia un po’ rattrappita e indolenzita salvaci te. E a fine serata ritorno Rachel, non sono più Angela. Chi vuole capire capisca.

Rachel Silvera, studentessa – twitter@RachelSilvera2