La scelta

Come spesso capita, e come è naturale che sia, anche stavolta, nell’accingermi a stendere le brevi note per il mio appuntamento settimanale con l’Unione informa, ho valutato diversi eventuali argomenti degni di commento. La possibilità di scelta, purtroppo, è sempre molto ampia, perché le cattive notizie abbondano. Due, alla fine, sono gli argomenti che si sono imposti alla mia attenzione, come particolarmente interessanti: da una parte, l’imponenza delle manifestazioni celebrate in memoria del 90° anniversario della Marcia su Roma, che sembrano avere ormai definitivamente ‘sdoganato’ (se già non era accaduto prima, forse da molto tempo) il fascismo; dall’altra, le diverse pubbliche attestazioni, pronunciate da alcuni parlamentari del Partito Democratico e dell’Italia dei Valori, a sostegno della recente spedizione marittima contro Israele. Le cose da dire, nell’uno e nell’altro caso, apparivano facili, l’unico rischio era, se mai, quello di ripetersi. Avrei posto, nell’uno e nell’altro caso, alcune semplici domande retoriche, quelle di sempre. Per la Marcia su Roma: esiste ancora il reato di apologia del fascismo? è ancora vietata la ricostituzione del PNF? ministri, prefetti e questori avevano cose più importanti di cui occuparsi? il mondo politico non ha nulla da commentare? a destra sono d’accordo? la Chiesa che ne pensa? ecc. ecc. Sostegno a Flotilla 3: la sinistra tornerà a depositare bare davanti alle sinagoghe? ormai ha dimenticato il vecchio amore della Palestina (forse perché governata da gente troppo moderata, o forse, semplicemente, perché ogni amore, col tempo, si logora…) per la nuova ‘fiamma’ (indubbiamente più passionale e rapinosa) di Gaza? La solidarietà per Hamas riguarda anche la quotidiana pioggia di missili lanciata contro le scuole e gli asili di Sderot? Bersani, Renzi e Vendola, che si accapigliano su tutto, su questo non hanno niente da dire? ecc. ecc.
Qualsiasi dei due argomenti avessi scelto, insomma, la stesura del breve pezzo si preannunciava decisamente agevole. Quel che mi si presentava come difficile, però, era la scelta. Quale dei due argomenti era più importante? Confesso che, nel valutare i ‘pro’ e i ‘contro’ di ciascuna delle due opzioni, mi sono lasciato andare a diverse considerazioni. Qualche tempo fa, avrei pensato che il neofascismo è un fenomeno ributtante, ma, tutto sommato, abbastanza marginale, capace di dare fastidio soprattutto sul piano morale, direi anche estetico, ma non davvero pericoloso. Più gravi, quindi, le ‘scivolate’ verso la violenza e l’antisemitismo presenti nei grandi partiti democratici, che rischiano di inquinare il pensiero di sempre più larghe fasce di cittadini, convertendoli alla cultura dell’odio e della sopraffazione. Quindi, scelta a favore della Flotilla. Però, mi sono poi detto, è ancora vero che il fascismo è un fenomeno di nicchia? Le immagini televisive sembrerebbero dimostrare il contrario. E non è raro che squadracce neofasciste effettuino raid aggressivi nelle scuole, sempre beatamente indisturbate. È proprio impossibile che un domani, più o meno prossimo, una nuova Marcia su Roma, mutatis mutandis, abbia a ripetersi? L’Europa, si dice, non lo permetterebbe. Ma ne siamo proprio sicuri? Contrordine: parliamo di Predappio.
Ma, mi sono detto ancora, non è che questa scelta, come in alte occasioni, viene preferita anche perché più ‘comoda’? Nessun amico ti criticherà, l’antifascismo, quantunque un po’ invecchiato, è ancora un valore largamente condiviso, è facile sventolarne la bandiera. Nel criticare i corsari della domenica e i loro ammiratori, invece, bisogna stare più attenti a misurare le parole, andare a leggere bene cosa hanno detto, fare salva la buona fede, non irridere il generoso sostegno a chi soffre ecc. E non tutti, comunque, saranno d’accordo con te. Un motivo in più per scegliere la Marcia su Roma. Ma anche un motivo contro: non è, per caso, una scelta un po’ vile? Come si vede, non ho saputo scegliere. Sono rimasto fermo, in triste contemplazione delle due moltitudini che premono minacciose – a destra, la nera, a sinistra, la rossa – contro le vacillanti porte di una cittadella sempre più indifesa.

Francesco Lucrezi, storico