Ticketless – Sardi, zanzare e cosacchi
Quando, per una ragione o per l’altra, la modalità ticketless s’inceppa, queste righe saranno sostituite dal Libro dei buoni. Mia nonna chiamava così un quadernetto dove segnare il nome degli amici più cari. Il libro dei cattivi, diceva, non esiste. Da molti anni in quel quadernetto segno le pagine più belle che mi sia capitato di leggere sugli ebrei in Italia. Un giorno penso di cavarne un’antologia. Altri studiosi della storia degli ebrei d’Italia, con più zelo di me, aggiornano invece di continuo il Libro dei cattivi. In Sardegna non torno da molti anni; mi capita di pensare ai sardi ogni volta che leggo un libro sulle origini del sionismo (è accaduto con la bella edizione, a cura di
Roberta Ascarelli, del romanzo di Herzl Altneuland, ne ha parlato David Bidussa su queste pagine). Sopra la silhouette dell’Uganda a me viene spontaneo sempre sovrapporre la silhouette della Sardegna. Se Herzl avesse scelto quest’isola come prima Sionne non si sarebbe pentito. Ecco due schedine sarde dal mio Libro dei buoni: “Per quanto federalista e autonomista, io sono per la fusione dei sardi e degli ebrei. Gli ebrei saranno i benvenuti per noi e per le zanzare fedeli, le quali saranno, con loro, miti e discrete come lo sono con noi” (Emilio Lussu, “Giustizia e Libertà”, 30.9.1938, si noti la data!). Seconda scheda: “Al contrario dei cosacchi, i sardi non distinguono gli ebrei dagli altri uomini” (Lettera di Gramsci a Tania Schucht, 12.10.1931).
Alberto Cavaglion