Rottamazione
Si parla spesso di questi tempi di ricambio della classe politica o più comunemente di rottamazione. Un principio che, a prescindere dalla forma scelta, appare sacrosanto, ma che non basta affinché avvenga un reale cambiamento. Oltre alla sostituzione della classe dirigente, la nostra società avrebbe bisogno di un approccio nuovo teso a risolvere quei problemi che non sembrano avere soluzione. Le risposte ai problemi di oggi non possono essere infatti quelle di ieri. In questo senso c’è un interessante aneddoto della storia ebraica che può aiutarci a capirne il senso. Rav Sacks racconta come la ragione per cui Mosè, il più grande leader della storia popolo ebraico, non entrò nella terra d’Israele, fu perché, come molti sapranno, invece di parlare alla roccia, come D-o gli aveva comandato, lui batté il suo bastone contro di essa. Cioè si era comportato come avvenne anni prima, poco dopo il passaggio del Mar Rosso, quando fu D-o a chiedere a Mosè di prendere il suo bastone e di batterlo sulla roccia. Una circostanza simile nella quale Mosè, sotto pressione si trovò a ripetere il comportamento messo in atto tempo prima, con un’unica differenza: quarant’anni di distanza. Per questa ragione Mosè non fu più reputato a guidare il popolo ebraico, come a insegnarci che, di fronte a quei problemi che ciclicamente l’uomo si trova costretto ad affrontare, il suo compito è quello di trovare delle soluzioni nuove a problemi vecchi. Perché ciò che è andato bene ieri non necessariamente andrà nello stesso modo anche domani. Un cambio di passo insomma, per uno sguardo deciso verso un futuro differente.
Daniel Funaro, studente