Memoria condivisa per vittime dei pogrom di Tripoli

Memoria condivisa, patrimonio di tutti. Saranno il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni e il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici ad aprire, domani sera, lunedì 5 novembre, alle 20 nel tempio Bet El di via Padova, le celebrazioni dei tragici episodi che colpirono la comunità libica nel novembre del 1945. A 67 anni dal pogrom di Tripoli, quando nella capitale libica furono massacrati centinaia di cittadini ebrei inermi, Pacifici mette in evidenza che non si tratterà solo di un momento celebrativo, ma piuttosto di una svolta nella concezione della memoria della nostra storia. “Anche nel caso delle sofferenze degli ebrei di Libia – spiega – parleranno i testimoni, si apriranno le porte dei musei, si trasmetterà alla società e alle nuove generazioni cosa sono state le persecuzioni che si sono protratte ben oltre il Secondo conflitto mondiale, fino allo sradicamento di una realtà ebraica gloriosa e antichissima dal proprio ambiente naturale”.
Su proposta di Leone Naouri, celebre mohel di origini libiche ora stabilitosi in Israele e di Shalom Teshuba, che con Pacifici è Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e presidente della comunità degli ebrei di Libia, si avvierà un processo che integri nell’azione di salvaguardia della Memoria anche la memoria degli ebrei tripolini. “All’incontro al Bet El – aggiunge Pacifici – seguiranno iniziative nell’ambito delle Scuole ebraiche, una nuova collaborazione con il Museo ebraico di Roma, che condurrà allo sviluppo di spazi espositivi soprattutto nella grande area della sinagoga principale cui fanno riferimento gli ebrei di Libia stabilitisi a Roma (oltre a quella di via Padova sono operativi a Roma altre tre tempi realizzati dagli ebrei di Libia). Una lapide che sarà scoperta porterà a perenne ricordo i nomi delle 136 vittime accertate del pogrom del 1945 (di molte altre vittime la documentazione non è completa) e ricorderà gli altri che soffrirono, anche nel 1948 e nel 1967, a causa degli attacchi antisemiti e dell’intolleranza islamica.