…perplessità
“Rasato a zero come gli ebrei” con questo titolo è stato presentato e raccontato sui giornali italiani l’episodio, – peraltro ancora in fase di accertamento da parte delle autorità inquirenti – su una possibile violenza su un minore da parte dei suoi istruttori di nuoto per la mancata prestazione in una gara sportiva.
Ho delle perplessità sul titolo e anche sul modo di parlare di questo episodio. Non penso che l’alternativa sarebbe il silenzio, ma mi chiedo: perché concentrare l’attenzione su chi ha subito la violenza? Non è più logico concentrarla su chi l’avrebbe perpetrata? Forse perché si pensa che in questa maniera il titolo sia più efficace. Ma l’effetto è che si attenua l’attenzione dal centro vero della questione che è la violenza messa in pratica da chi si trova a esercitare l’autorità. In questo episodio, accanto al trauma subìto da un minore, sta soprattutto il comportamento non tanto genericamente degli adulti, ma di chi pensa secondo il doppio principio: essere il padrone del corpo degli altri e applicare la norma “punirne uno per educarne cento”.
David Bidussa, storico sociale delle idee