Neofascisti nostrani e modello Usa
Nelle ultime settimane molti hanno commentato i rigurgiti neofascisti presenti e rumorosi nella società italiana. Si tratta di fenomeni numericamente marginali ma pericolosi per l’assuefazione di cui rischiamo di essere vittime. E da tenere sotto osservazione in vista delle prossime scadenze elettorali: per un centrodestra in crisi di consensi e di idee, è possibile che si renda necessario un avvicinamento alle frange più estreme. Basti pensare alle posizioni di Francesco Storace, sdoganatissimo, ma anche di personaggi tragicomici alla Daniela Santanché.
È interessante approfittare della coincidenza temporale con le elezioni americane. Com’è noto, negli USA gli ebrei votano in larghissima maggioranza democratico. Qualcuno chiosò che sono gli unici a guadagnare come bianchi e a votare come portoricani. Senza dimenticare che i repubblicani sono la parte politica più smaccatamente pro-Israel. Come si spiega questo dato non scontato? Con la semplice ragione che gli ebrei americani non votano – e dunque non pensano – solo come-ebrei. Nelle urne sono americani di religione ebraica, il che è significativo per la struttura comunitarista di quella società, e lungimirante visti i trend demografici che rendono i bianchi sempre meno centrali nella geografia sociale del futuro.
Sarebbe forse il caso di studiarlo, il caso americano, oltre che di vagheggiarlo. Una comunità influente sul piano politico sa bene di non potersi concepire come una comunità chiusa (“Io sono ebreo e basta”). Esattamente il contrario di ciò che è accaduto in Italia: file di ebrei più o meno noti che si accreditavano con ex-fascisti, ci si candidavano nelle stesse liste, giustificandosi con il sostegno di Berlusconi allo Stato d’Israele. Intendiamoci: è un segno di maturità democratica il fatto che una minoranza possa votare liberamente a destra come a sinistra. Ma è un segnale di scarsa maturità della minoranza se le sue valutazioni sono fatte sulla base del solo interesse particolare e contingente.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas – twitter @tobiazevi