La Memoria di Libia patrimonio di tutti
Il pogrom degli ebrei di Libia del 1945 resta ancora oggi un capitolo poco approfondito e conosciuto. Un momento drammaticamente presente nella memoria di questa comunità che in molti hanno voluto ricordare ieri sera al Tempio Beth El di via Padova nel 67esimo anniversario dell’azione. Ad accogliere i numerosi iscritti presenti in sala, assieme ad Alessandro Luzon, il vicepresidente della Comunità ebraica di Roma Scialom Tesciuba, testimone oculare di quelle ore di sangue. La sua sofferta e dettagliata ricostruzione, le inequivocabili parole pronunciate in sinagoga (“Il pogrom è sempre presente nella mia testa, dimenticare è impossibile”) hanno dato il senso di un appuntamento vissuto nel dolore ma anche, verrà poi sottolineato, nell’orgogliosa coscienza di quanto è stato possibile costruire successivamente a Roma.
L’arrivo nel 1967 di migliaia di profughi ebrei dal paese arabo rappresentò infatti un punto di svolta per l’intera Comunità capitolina. Fu l’inizio, ha ricordato il presidente Riccardo Pacifici, di un processo di incontro, di reciproca e positiva ‘contaminazione’ che continua a dare frutti molto significativi e che deve essere per questo ulteriormente stimolato. Anche, è stato evidenziato, nel segno di una comune memoria e consapevolezza. Lo stesso principio cui si è richiamato il rabbino capo rav Riccardo Di Segni invitando, con un riferimento alla parashah di Vayerà letta lo scorso sabato in sinagoga, a una maggiore compattezza e a una proficua collaborazione tra le differenti anime dell’ebraismo romano. “Ciascuno con le sue grane, le risolviamo insieme”, ha affermato il rav. La commovente testimonianza di una sopravvissuta e un lizkor in ricordo delle vittime hanno concluso la serata.