Obama visto da questa sponda
Non intendo dare un giudizio sulla rielezione di Barak Obama, ognuno legittimamente giudicherà cosa, a parer suo, sarebbe stato meglio per gli Stati Uniti d’America e per il resto del mondo. C’è un aspetto curioso che però vale la pena sottolineare. Tra i tanti che hanno speso parole d’elogio verso il Presidente americano mi sembra che vi sia una larga parte che, nel proprio paese, non condividerebbe minimamente la sua azione politica. In un certo senso credo che questo sia avvenuto anche in una fetta dell’ebraismo italiano. Sostenitori acritici di Obama per il solo fatto che fosse democratico, e da anni in prima fila per imporre un giudizio più equilibrato su Israele e la questione mediorientale (anche all’interno dell’ebraismo stesso), non si sono accorti che, sull’argomento Israele, forse Obama la pensava differentemente da loro e che, se le stesse parole fossero state pronunciate da qualcun altro qui in Italia, forse si sarebbero addirittura indignati. La fermezza sul nucleare iraniano, il parere negativo al riconoscimento dello Stato della Palestina all’Unesco o il pubblico supporto mai venuto meno ad Israele sono delle prese di posizione chiare e nette rimproverate talvolta anche all’altra parte dell’ebraismo italiano. Non sta a me dire se questo sia giusto o sbagliato, ma se si ritiene realmente che le posizioni di Obama sulla politica estera siano le più corrette, è forse troppo aspettarsi che gli stessi pretendano la stessa linea su Israele anche dai partiti di riferimento? Purtroppo penso di sì e non per colpa dei partiti.
Daniel Funaro, studente