Voci a confronto

I giornali quotidiani danno ancora molto spazio all’esito delle elezioni americane. Occhi puntati sulle reazioni del mondo alla riconferma del presidente Barack Obama. Pochi sembrano i leader mondiali delusi dalla sconfitta di Romney; tra questi viene annoverato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu (Alessandro Farruggia, Giorno-Carlino-Nazione). Nonostante il pronto messaggio di congratulazioni inviato da Netanyahu a Obama, circolano voci secondo cui il premier avrebbe imposto a ministri e parlamentari dei partiti di governo di non rilasciare dichiarazioni negative sulla rielezione di Obama (breve sulla Stampa). L’International Herald Tribune pubblica un breve commento del professor Shlomo Avineri della Hebrew University, secondo cui nonostante i disaccordi tra Netanyahu e Obama, la cooperazione tra i due paesi sul fronte della sicurezza non è mai stata così salda e Obama potrà raggiungere risultati importanti sullo scacchiere mediorientale in questo secondo mandato. Che il dossier Medio Oriente risulti il più incandescente tra quelli che si troverà sul tavolo Obama sul fronte della politica estera è quanto spiegato anche da Gilles Kepel su Repubblica. Siria e Iran i fronti più complessi secondo l’analista, il quale auspica che Obama, trattandosi del secondo mandato, possa “affrancarsi dall’influenza delle lobby pro-israeliane”.
“La mafia è un reato e chi venisse in piazza a celebrare la mafia sarebbe prontamente fermato. Perché il fascismo invece viene scambiato con un ideale, tollerato e permesso?” A domandarlo è un lettore del Fatto Quotidiano. Furio Colombo ripercorre in risposta gli avvenimenti del funerale di Pino Rauti e auspica una maggiore vigilanzacontro i fenomeni di nuovo fascismo.