Edgeworth, una penna contro il pregiudizio
Un romanzo ispirato al principio illuminista di tolleranza religiosa, una prova letteraria coraggiosa e densa di significato sullo stato del pregiudizio nella società anglosassone del 19esimo secolo. Harrington, scritto dato alle stampe nel 1817 da Maria Edgeworth e oggi assurto a classico della letteratura irlandese, è la storia di un giovane allevato nell’antisemitismo più viscerale che, a seguito di alcuni incontri fatali, anche e soprattutto amorosi, finirà per assumere un atteggiamento opposto verso il mondo ebraico. Contestualizzato nell’epoca in cui fu prodotto, l’Inghilterra di inizio Ottocento fortemente divisa sul tema della naturalizzazione degli ebrei, non sorprende pertanto che sia considerato un contributo fondamentale a favore dei diritti civili e dell’uguaglianza. Ieri pomeriggio, nella sede dell’ambasciata d’Irlanda a Roma, la presentazione ufficiale della versione italiana dell’opera, tradotta da Raffaella Leproni per la casa editrice ebraica Salomone Belforte. Un impegno meticoloso ed estremamente soddisfacente, ha spiegato l’editore Guido Guastalla, “che mi ha molto emozionato anche in virtù del particolare legame familiare che ho con quei luoghi”.
A disquisire di Harrington, accolti dall’ambasciatore Pat Hennessy, Ian Campbell Ross del Trinity College di Dublino, Carla De Petris dell’Università Roma Tre e Dario Calimani, anglista dell’Università Ca’ Foscari di Venezia (nell’immagine). È stato quest’ultimo, in particolare, a offrire una panoramica sui contrasti tra società inglese e minoranza ebraica nel corso dei secoli. Un rapporto paradossalmente sviluppatosi “a distanza”, è stato ricordato, a causa dell’assenza quasi totale di ebrei sull’isola dall’editto di espulsione del 1290 fino alle prime aperture della seconda metà del 17esimo secolo. Ciò nonostante l’Inghilterra resterà per lungo tempo un paese profondamente intriso di antisemitismo. A livello politico, giuridico, sociale. E nella letteratura, come testimoniato dalla vasta produzione di Caucher, Marlowe e Shakespeare o da altri celebri e più recenti autori Per questo, ha affermato Calimani, “dobbiamo leggere questo libro con lo spirito di quei tempi e riconoscere a Maria Edgeworth un grande atto di coraggio”.
a.s – twitter @asmulevichmoked