…dialogo

Domenica prossima, il 18 novembre, l’Amicizia ebraico-cristiana (AEC) di Roma celebrerà il trentesimo anniversario della sua fondazione. Le AEC italiane sono nove, e aderiscono all’International Council of Christians and Jews (ICCJ), che ha sede in Germania, a Heppenheim, in quella che fu la casa di Martin Buber. L’Amicizia romana è nata nel 1982, la seconda ad essere costituita in Italia dopo quella di Firenze che si era costituita già nel 1950 con il fondamentale apporto di Giorgio La Pira. L’Amicizia ebraico-cristiana nasce infatti nel clima difficile del primo dopoguerra, ancora lontano dagli esiti del Concilio e della Nostra Aetate, ma segnato dall’impegno di tanti. Poco prima il fondatore dell’Amitié Judéo-Chrétienne in Francia, il grande storico Jules Isaac, aveva incontrato Pio XII e gli aveva presentato senza esito alcuno il programma di Seelisberg, che il cardinal Bea avrebbe anni dopo accolto e ripreso nella sua attività conciliare intorno ai rapporti della Chiesa con l’ebraismo. Quando nel 1982 l’Amicizia nasce anche a Roma, i tempi sono evidentemente assai mutati rispetto a quell’immediato dopoguerra, ma forte è rimasta la necessità di un dialogo fra ebraismo e cristianesimo che tocchi capillarmente e in profondità anche Roma, sede non solo della Chiesa ma anche dell’antica e numerosa Comunità ebraica romana. Un dialogo che si è soprattutto centrato in questi decenni intorno alla conoscenza, allo studio, all’approfondimento dei propri legami reciproci. Un dialogo portato avanti nonostante le difficoltà, i passi indietro, i cambiamenti del mondo intorno, le carenze nell’impegno sia da parte cristiana che da parte ebraica, l’indifferenza. Un dialogo, credo, indispensabile tanto ai cristiani che a noi ebrei.

Anna Foa, storica