Qui Ferrara – Paolo Ravenna (1926-2012)

Il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha dichiarato:

“L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane si unisce al cordoglio della famiglia, della Comunità ebraica di Ferrara e di tutti coloro che piangono la scomparsa di Paolo Ravenna.
Avvocato, intellettuale, uomo affabile e generoso, Ravenna è stato lungamente attivo nella riscoperta e nella valorizzazione del patrimonio culturale ferrarese e del significativo contributo ad esso apportato dalla Comunità ebraica. Al suo fianco in particolare ho avuto il privilegio di veder prendere forma il Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah. Una sfida dai molteplici risvolti che lo entusiasmava e di cui era stato, con grande lungimiranza, tra i primissimi ideatori.
Gli sono riconoscente per tutte le emozioni che è stato in grado di trasmettere in questa amicizia recente “ma già profondissima”, come lui stesso mi ha scritto in una dedica autografa all’ultimo lavoro realizzato in ambito ebraico. Una densa testimonianza sull’antica sinagoga cittadina, data alle stampe appena pochi giorni fa e di cui ho l’onore di avere la prima copia, che leggerò con grande affetto e gratitudine. Che il suo ricordo sia di benedizione”.

Quando si spegne una voce come quella di Paolo Ravenna, mancato ieri nella sua Ferrara all’età di 86 anni, se ne va irreparabilmente un pezzo della cultura critica italiana e nel contempo un elemento fondamentale di quel legame d’amore forte e profondo che caratterizza il rapporto fra l’ebraismo e l’Italia tutta, intesa come territorio, beni artistici, panorama umano e intellettuale. Primo di tre figli dell’avvocato Renzo Ravenna – che era stato podestà di Ferrara per tre lustri e che aveva incarnato nel suo operato le contraddizioni di una questione ancora assai dibattuta come quella del rapporto fra mondo ebraico e fascismo – Paolo si era formato nutrendosi dell’amicizia e della cultura di Giorgio Bassani. Aveva scelto la professione di avvocato, sulle orme del padre, e come il padre aveva da subito colto l’imprescindibile necessità di operare attivamente per il recupero e la salvaguardia di un territorio come quello di Ferrara che sentiva profondamente suo. Assieme all’amico Giuseppe (Beppe) Minerbi aveva fondato Italia Nostra, un’associazione che solo in seguito prendeva forma a livello nazionale. Iniziava in questo modo un lavoro lungo decenni, che ha portato fra l’altro al recupero dell’intera cinta delle mura di Ferrara. Convinto profondamente che la vita e la storia della sua comunità ebraica non potesse essere concepita come disgiunta dal territorio, Paolo Ravenna si adoperò per recuperare e rendere fruibile il monumentale edificio di via Mazzini (la storica via dei Sabbioni) che ospita tre sinagoghe e che oggi è anche sede del bel museo della comunità. Sull’edificio, sulla sua importanza storica, culturale e artistica, e sulla sua centralità per l’intera realtà ferrarese, Paolo Ravenna aveva appena finito di realizzare un prezioso volume che purtroppo non ha fatto in tempo a vedere pubblicato. L’impegno nella salvaguardia del patrimonio culturale ebraico, concepito nella sua connessione stretta con la realtà italiana, lo ha spinto in anni recenti ad essere fra gli ideatori e poi attore protagonista nella realizzazione del MEIS, il Museo dell’Ebraismo Italiano e della Shoà che va prendendo forma nella sua Ferrara, dalla quale il recente terremoto l’ha dolorosamente espulso rendendo inagibile la sua storica abitazione di via Palestro. Mancherà ai vivi, che il suo ricordo sia di benedizione.

Gadi Luzzatto Voghera, storico