La danza di Israele conquista la scena

Nonostante i lunghi minuti di applausi, alla fine di Sadeh 21 – il primo dei due spettacoli presenti a Torinodanza in questi giorni – la Batsheva Dance Company non torna in scena, ma continua a cadere, lanciarsi e tuffarsi nel vuoto in maniera sempre più leggera dal quel muro che per tutto lo spettacolo ha delimitato la scena. Scena vuota, bianca, in cui i diciassette ballerini hanno mostrato una capacità di emozionare percepita in tutta la sua potenza dal numerosissimo pubblico che, all’uscita, non ha smetto un attimo di commentare con sorpresa la bellezza dello spettacolo. La sala delle Fonderie Limone era colma e sono state molte le persone che avevano pensato di trovare posto semplicemente presentandosi alle casse, e che hanno dovuto rinunciare a vedere la compagnia israeliana. Anche per lo spettacolo di questa sera, quel Deca Dance dal contenuto mutevole che presenta una sorta di antologia delle creazioni di Ohad Naharin, i biglietti sono esauriti da settimane, a riprova della fama della compagnia e del successo ottenuto già a Roma dal nuovo ambasciatore di Israele Naor Gilon e dall’ottimo staff che lo affianca. L’addetto culturale Ofra Farhi con la grinta che la caratterizza raccontava ieri come è arrivata a portare a Romaeuropa prima e ora a Torinodanza questi ambasciatori di cultura e di pace che stanno avendo tanto successo da aver già previsto di tornare in Italia nell’autunno del prossimo anno. E anche per Pagine Ebraiche, che ha pubblicato la scorsa estate un dossier sulla danza contemporanea israeliana e che nell’ultimo numero ha dedicato una intervista al coreografo Ohad Naharin la serata è stata un successo: le tantissime copie richieste dall’organizzazione di Torinodanza sono state sia portate in sala e lette nell’attesa dello spettacolo che poi prese all’uscita, con evidente interesse a capire e conoscere quel patrimonio di cultura e bellezza che sa esprimere la minoranza ebraica italiana.

a.t. twitter@atrevesmoked