…la Giuntina
Oggi a Milano alla Sinagoga centrale (dalle 15 alle 19), nell’ambito di Bookcity, proveremo a riflettere in pubblico sulla storia della Giuntina e del libro ebraico in Italia.
Mi ricordo quando è cominciata l’avventura editoriale di Daniel Vogelmann, un nome che allora non mi diceva niente. C’era un libro – “La notte” di Elie Wiesel – che aveva la prefazione di François Mauriac, lo stesso che aveva prefato “Il nazismo e lo sterminio degli ebrei” di Léon Poliakov; c’era una storia che assomigliava a quella che avevo letto di Primo Levi, e che parlava di un mondo morto,prima ancora che di un sopravvissuto; c’era un autore di cui nessuno sapeva niente. Infine c’era una copertina con al centro un enorme spazio bianco, vuoto, che andava riempito. Quello spazio bianco, vuoto, c’è ancora. E’ bene che sia così. Perché la cultura è quella macchina che a domande risponde con domande. Se pensa che il suo compito sia dare risposte è propaganda.
David Bidussa, storico sociale delle idee